Il titolo è sicuramente tirato per i capelli, il derby per quelli come noi è Pro Patria Legnano, il resto è come una imitazione cinese. Serviva un titolo e lo abbiamo fatto, punto e stop.
E’ già tempo perchè si giocherà venerdì sera, quindi vantaggio di un giorno di riposo per i tigrotti, visto che il Novara ha giocato ieri. Calendario scientifico dei signori del palazzo che obbliga i novaresi agli straordinari.
C’è preoccupazione in casa Pro Patria per i due punti in quattro partite che sembrano riproporre il tema dello scorso girone di andata, quando mister Colombo capì davvero poco di quel che serviva fare, intestardensosi con uno schema tattico che escludeva attori poi rivelatesi determinanti nel raggiungimento di una salvezza.
Salvezza poi celebrata come una vittoria, quando i playoff erano il minimo che ci si poteva aspettare dal potenziale espresso. Per una volta che avevamo il bomber in doppia cifra e un gioiellino come Pitou, davvero non si capisce come non si sia centrato l’obiettivo pià in alto. Inutile far passare come oro quello che è stato a malapena argento.
Acqua passata non macina più, ma il ricordo rende attenti e i presagi di una replica ci sono tutti. Mehic in quella posizione non incide per niente, inutile girarci intorno, serve una soluzione che non penalizzi il ragazzo e la squadra. Vogliamo sperare di aver ragione, perchè se invece questo fosse il suo ruolo e le sue potenzialità allora avremmo un problema.
Terrani in panchina lascia perplessi. Se ad un gruppo di giovani non si affianca un po’ di epserienza, quale sarebbe il valore aggiunto portato dall’ex Trento? D’accordo che la politica dei giovani è mandatory, ma un minimo di deroga dovrebbe essere consentita.
In difesa, l’infortunio di Travaglini scopre l’assortimento che già prevede un debuttante come Bashi. Non c’è certamente da stare allegri.
Questi i dubbi che nascono dalle scelte dell’allenatore, poi rimane da valutare la campagna acquisti “rischiatutto” di Sandro Turotti. La conferma di Lombardoni era una scommesa e la si è persa, la scelta degli esterni preoccupa vista la qualità media percepita, oltre che qualche conferma davvero inspiegabile e non giustificata dalle prestazioni dello scorso anno.
In mezzo al campo Nicco è la fotocopia in bianconero di quello che era, non certamente una novità dopo lo scorso anno , ma anche qui si è deciso per la conferma, Palazzi c’è e non c’è e il timore è che accada quanto visto a Sesto lo scorso anno, con presenze intermittenti e qualche panchina di troppo in una squadra retrocessa. L’attacco è missing, in attesa di Beretta, è tutto sulle spalle di Toci, la conferma di Curatolo lascia gli stessi dubbi di quanto detto sopra, visto che i numeri non giustificano questa scelta.
Certamente le cessioni di Castelli e Ndrecka autorizzavano ad avere altre aspettative a riguardo della squadra, ma si scelto di scommettere in più parti del campo e con più di una riconferma non così scontata, tra cui quella del Mister che certamente lo scorsa anno non ha brillato per tre quarti del campionato.
L’ambiente bustocco è da tempo ovattato per un eterno senso di riconsocenza verso la proprietà e questo è dovuto e cosa buona e giusta e da sempre fonte di salvezza, ma non si può negare che certi trattamenti riservati a giocatori e allenatori del passato furono ben diversi dall’eterna pazienza e comprensione erogata in quantità industriali alla squadra dello scorso anno e di quest’anno.
Una comprensione e pazienza che rappresentano certamente una qualità dei tifosi apprezzabile che richiede però una diversa trasparenza nella lettura della realtà da parte di tutti. Le dichiarazioni Mister Colombo nel dopo Vicenza lasciano davvero perplessi in quanto davvero non coincidono con il parere di nessun tifoso, o forse solo di qualche talebano che nega l’evidenza solo per il gusto di essere diverso o per timore di essere confinato in qualche black list o voce fuori dal coro.
La squadra a Vicenza è apparsa rassegnata fin dall’inizio ad un destino tremendo. Niente di diverso da quello accaduto lo scorso anno sempre a Vicenza. Il Vicenza è un altro pianeta e questo è scontato, ma Giana Erminio ha pareggiato a Vicenza e AlbinoLeffe pure, seppur in casa propria. Insomma, bravi si, ma non stellari, per cui si poteva fare di più.
Al peggio non c’è mai fine, pensate che se la Pro Patria ha realizzato una sola rete in quattro partite, c’è chi ha fatto di peggio come il Novara che di reti ne ha realizzate zero. Solo i piemontesi e il Legnago hanno questo score.
E allora, se il Vicenza era di un altro pianeta, il Novara è lo stesso pianeta della Pro Patria, per cui le scuse stanno a zero. Per cui, la vittoria diventa un obbligo come diventa un obbligo riflettere su quello che serve per correggere una squadra che soffre in difesa, a centrocampo e in attacco. Evidente che qualcosa non va e serve cambiare. Beretta e Mallamo potranno dare una mano, ma serve stare sul pezzo per capire fin da subito quello che lo scorso anno si è capito dopo un intero girone
Flavio Vergani