Un sintetico messaggio di Mauro De Bernardi nel cuore del pomeriggio del 28 Dicembre 2023. Un paio di secondi per leggerlo che generano otto anni di ricordi. Dapprima l’incredulità dell’evento che fu così devastante che ancora oggi si stenta a crederlo vero, poi la sorpresa del tempo passato che non ha saputo cancellare una presenza viva. Sì, viva, nonostante l’assenza che non riesce a spegnere la vitalità, la gioia di vivere, la passione per le sue passioni che erano forti, solide, radicate in un animo buono di una persona gentile, sensibile e delicata. Un messaggio che arriva tutti gli anni con precisione perchè si fatica a dimenticare chi ancora vive con noi. Una vicinanza che annulla la distanza con l’aldilà, che permette di allungare la mano e stringere la sua mano, di alzare lo sguardo e trovare i suoi occhi, di allungare le braccia e trovare le sue braccia per un abbraccio senza tempo. La sua unicità è uscita prepotente proprio quando è riuscita ad andarsene…rimanendo. La sua esclusività è riuscita a far parlare di lei senza che lei avesse mai parlato di sè stessa per quel suo modo di fare che privilegiava gli sguardi pieni di significati, i sorrisi accennati ma mai negati. Otto anni che non si possono dire lunghi, perchè sembra ieri a testimonianza dell’incapacità del tempo di archiviare una vita che vuole continuare a vivere in chi le ha voluto bene e che sa che basta un sintetico messaggio per parlare della sua grandezza, sa che bastano pochi secondi per ricordare lunghi momenti nei quali abbiamo avuto non la fortuna, ma il privilegio di conoscerla. Le lunghe trasferte, le gioie sugli spalti degli stadi di tutta Italia, le feste al club, la discussioni post partita, il “suo” Tubaldo”, l’amore per i bambini, per Sveva, per i colori biancoblu e per quelli rossoneri. Poi, un giorno è volata via con il suo stile di sempre, attento a non disturbare, a non ferire, a non dire una parola di troppo, forse chiamata per dare gioia ai bambini del cielo dove serviva la migliore della terra per esserlo nel cielo. La immaginiamo nel giardino eterno mentre sorride agli angeli, insegna ai bambini, in una dimensione perfetta dove non esiste il dolore e sappiamo che ogni tanto guarda giù per dare forza ai suoi amati genitori, per sbirciare qualche partita della Pro Patria e per leggere qualche titolo della Gazzetta dello Sport per capire di che malattia soffra il suo Milan.
Noi, come sempre in questo giorno ci sintonizziamo sulle onde dell’eternità per trasmetterle il nostro grazie per quello che era, per quello che è, per quello che ha fatto e per quello che fa.
Ciao Simona.
Flavio Vergani