La solitudine dei numeri primi

Il Renate e la Pro Patria, due storie che si assomigliano. Due piazze “piccole” quanto ad aspirazioni. Una squadra senza stadio, il Renate gioca a Meda e una senza campo di allenamento vero, moderno, in sintetico. Due squadre che sbancano il lunario con le partnership con l’Inter o con i giovani pescati dalla competenza dei propri dirigenti. Turotti da una parte, Massimo Crippa e Antonio Obbedio dall’altra.

Due squadre partite col piede sbagliato che le hanno invischiate nelle zone paludose dei playout con interventi invernali pensati per migliorare il trend.

Scelte che qui divergono:  Busto si è cambiato il modulo, a Renate l’allenatore e qualche giocatore con l’arrivo del tanto desiderato bomber, che la piazza di Busto sogna da ormai troppo tempo.

Due scelte che hanno dato più o meno lo stesso risultato, un deciso miglioramento del rendimento per entrambe, più per la Pro Patria, anche se ieri è stato proprio il Bocalon, il”Doge”, a castigare i tigrotti con una tripletta.

Una vittoria meritata dagli ospiti, anche se Mister Colombo (il nostro), a fine gara ha fatto notare un certo trend arbitrale nei confronti dei tigrotti che lo preoccupa e non poco. La paura espressa dall’allenatore tigrotto è  relativa al fatto che non avendo l’abitudine di protestare nelle sedi competenti la Pro Patria potrebbe diventare vittima del sistema arbitrale. Non è da escludere che quanto afferma Mister Colombo sia un rischio reale e concreto, ma ci si chiede il motivo per il quale non si protesti come tutti quando ci sono concrete ragioni per farlo.  Prevenire è meglio di curare, per cui, si utilizzino le sedi ufficiale per far presente il giusto. La Presidente Patrizia Testa è anche consigliere di Lega, per cui, le occasioni non mancano per condividere fatti e presunti torti.

Per essere onesti, l’arbitraggio di ieri potrà essere stato scarso, ma non determinante sul risultato finale, frutto di una partita mediocre da parte dei tigrotti che fa seguito a due sconfitte una meritata ( Padova) e una grottesca (Mantova) per come si è affrontato l’avversario.

Le sei sconfitte casalinghe, l’ennesima con una diretta concorrente, preoccupano e non poco. Soprattutto vista la totale dipendenza del nuovo modulo dai suoi interpreti. Ormai è chiaro al mondo che la panchina non è parte integrante del modulo 3-4-2-1. Mangano non può fare il Rovida, Piran non può fare il Renault,  Ferri e Bertoni non possono fare il Mallamo, Marano non può fare il Pitou, Parker non può fare il Castelli, e tantomeno lo Stanzani. Chi può fare tutto, o quasi, è Fietta e qui, prima di analizzare le colpe degli arbitri, occorre fare una riflessione sulle scelte tecniche e sui motivi di un cambio inaspettato e con risultato doppiamente negativo: Ferri non ha fatto il Mallamo, Nicco ha smesso di fare il Nicco. Da lì, la partita è cambiata e dal vantaggio per uno a zero si è passati all’uno a tre. Un caso? Oltre al fatto che Fietta poteva fare anche il Moretti o il Saporetti, evitando un pomeriggio da incubo a Minelli letteralmente preso a sportellate da Sorrentino.

Un modulo perfetto che ha dato risultati importanti, ma che di fatto accorcia la rosa in senso virtuale concentrandola su un numero inferiore di protagonisti. La rinuncia di Lombardoni, per lui la stagione potrebbe essere terminata, senza neppure essere iniziata, lo stop di  Renault, ma soprattutto lo stop di Mallamo, alzano il livello di attenzione in casa bustocca dove non sarà semplice trovare il sosia di chi è nato unico. Una rosa virtualmente accorciata anche da prestazioni davvero lontane dalle previsioni di Marano, per lui parlavano le recensioni, ma anche di Piran e Ferri che hanno perso la performance dello scorso anno e davvero non si capisce il motivo. Tra l’altro, due giocatori della nostra “Cantera” dai quali ci si aspettava anche una diversa valorizzazione economica.

Il percorso per evitare i playout non sarà semplice, non inganni il filotto di risultati di inizio 2024, ieri quella brillantezza di testa e di corsa non si è vista, per cui la squadra potrebbe essere entrata in un periodo di flesso che andrà gestito con tanta attenzione e concentrazione. La classifica è corta, la rosa pure e gli avversari dopo il mercato invernale spesso più forti.

Flavio Vergani

 

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