La Pro Patria perde per tre a uno in casa della capolista Mantova e termina con zero punti il doppio confronto con le prime due della classe. Si sarebbe potuto fare di più.
Open door
Porte quasi aperte allo stadio “Martelli” con ingresso a soli 5 euro, scelta che riempie la stadio mantovano con settemila spettatori, ma anche porte aperte in casa Pro Patria con il tecnico Colombo che si inventa l’ennesimo ( inutile) turn over con la rinuncia a Rovida, Nicco e Pitou in una squadra già orfana dei centrali difensivi Saporetti e Lombardoni. Insomma, harakiri allo stato puro. Se il precedente turn over era stato inteso come la volontà di affrontare con la miglior formazione (ossia quella trovata solo dopo 19 partite da dimenticare) almeno uno dei due big match, quello di oggi ha lasciato sbigottiti e senza una reale giustificazione. Ora, se partiamo dalla convinzione che la Pro Patria avrebbe perso lo stesso con qualsiasi formazione possiamo finirla qui, se invece si vuole analizzare e cercare di capire cosa ha portato alla decisione di concedere qualità ad entrambi gli avversari, allora il dibattito si apre e francamente non troviamo un motivo che uno in grado di giustificare questo turn over selvaggio davvero penalizzante per i tigrotti.
Mantova o Camomilla Bonomelli?
Dicono quelli che si intendono che Mister Possanzini sia un predestinato, ben per lui. Il suo gioco di oggi ha portato una vittoria netta, frutto dalla qualità dei singoli, ma dire che ha impressionato come quello del Padova non è assolutamente possibile affermarlo. Un tiki taka artigianale, scimmiottato con tocchi che sono più toka-toka che tiki taka, dove con toka si intende il tocco un po’ grossolano e il tiki quello più di classe. Una imitazione dozzinale di quello che Mister Guardiola fa in zona area di rigore, mentre il Mantova fa nel cerchio di centrocampo, che non è la stessa cosa. Un perfetto sonnifero per chi stenta a prendere sonno al posto della Camomilla Bonomelli o della rilassante valeriana con stucchevoli passaggi corti, ritmi lenti e noia mortale. Che poi, due tiri da fuori equivalgono a due reti questo fa parte della bravura dei singoli, ma tutta questa predestinazione davvero non la vediamo.
Tigri timide
I compiti assegnati da Mister Colombo ai giocatori sono stati leggibili fin da subito. Nessuna aggressione al tiki taka da strapazzo mantovano per non esporre il fianco agli avversari, ritmi da dopolavoro ferroviario e tanta pazienza. Strategia molto didattica, compitino svolto non senza difficoltà, se è vero che alla prima occasione i virgiliani hanno centrato la porta difesa (chissà perchè) da Mangano. Poi, ci si aspettava un piano B, chiunque avrebbe previsto di poter andare sotto, invece, tra lo stupore anche del cronista di Sky, si è passati alla modalità “limitare i danni”, anche questa fallita miseramente, vista la tripletta facile dei padroni di casa. Insomma, Caporetto totale sotto il punto di vista strategico e che di fatto punisce scelte tattiche da dimenticare. Pensare di infastidire il Mantova con una tattica così scontata e rinunciataria è pura illusione e la realtà lo ha confermato. Sotto di due reti diventa imbarazzante difendersi ad oltranza per poi subire la terza rete.
Pitou fa Pitou e il finale è diverso.
Poi, arriva il momento di Pitou, uno per il quale si è cambiato un modulo che durava da sette anni per fargli posto e che ha risolto i problemi di un girone di andata quaresimale. Purtroppo, il ragazzo quando gioca esce prima, quando non gioca entra dopo, ma il contributo è sempre importante e determinante. Messo in campo con la Pergolettese nella condizione peggiore che potesse attendersi con un campo allagato che avrebbe dovuto indurre al turn over in quella occasione ( tardiva la sostituzione dopo il primo tempo che certifica l’errore), poi in campo col Padova, ma sostituito, oggi per lui solo uno scampolo di partita con immediato goal e Pro Patria subito pericolosa in un finale da vera Pro Patria. Poi, diteci che avremmo perso lo stesso, ma il finale di partita lascia qualche dubbio e non si tratta del senno di poi. Parker migliore in campo con la Pergolettese, Nicco migliore in campo quasi sempre quando è in forma e Pitou migliore in campo quando gioca ci si augurava fossero presenti tutti insieme e per tutta la partita con una delle due squadre migliori del campionato.
Ritorno alla normalità
Dalla prossima partita ci si augura che gli esperimenti siano terminati. Esperimenti che hanno confermato quello che non era difficile capire, questa squadra ha trovato una sua quadratura non con il nuovo modulo, ma con il modulo più i suoi interpreti che hanno un nome e un cognome ben preciso. L’intercambiabilità è un desiderio, non una realtà. Va accettata e non torturata.
Flavio Vergani
MANTOVA-PRO PATRIA 3-1 (2-0)
Reti: 11′ pt Bragantini (MAN), 37′ pt Fiori (MAN), 23′ st Radaelli (MAN), 36′ st Pitou (PPA)
Mantova (4-3-3): Festa; Radaelli, Brignani, De Maio, Celesia (12′ st Bani); Bragantini (26′ st Giacomelli), Trimboli, Buroni (26′ st Wieser); Galuppini, Mensah (32′ st Monachello), Fiori (26′ st Bombagi). A disposizione: Sonzogni, Burrai, Debenedetti, Fedel, Napoli, Panizzi, Argint, Maggioni. Allenatore: Possanzini.
Pro Patria (3-4-2-1): Mangano; Minelli, Fietta, Moretti; Renault G. (7′ st Piran), Bertoni (21′ st Ferri), Mallamo (42′ st Nicco), Ndrecka; Stanzani (42′ st Citterio), Marano (21′ st Pitou); Curatolo. A disposizione: Rovida; Bashi, Parker, Ghioldi, Renault C., Somma. Allenatore: Colombo.
Ammoniti: Brignani (MAN), Moretti (PPA), Mensah (MAN), Bertoni (PPA), Festa (MAN)
Arbitro: Rinaldi di Bassano Del Grappa
Collaboratori: Tini Brunozzi di Foligno e Nigri di Trieste
IV Ufficiale: Dasso di Genova