Monday night biancoblu quello che andrà in scena alle 20.30, quando scenderanno in campo Alcione e Pro Patria sul campo di Sesto San Giovanni.
Una vera e propria perla della Lega di Serie C che, dopo aver venduto anima e corpo alle televisioni per una manciata di euro, propone partite a novembre, di sera e addirittura in campo neutro.
Da Busto arriveranno quattro gatti, anzi quattro cani sciolti, da Milano non crediamo venga saturata la tangenziale, per cui prepariamoci alla solita deprimente atmosfera serale fatta di freddo, foschie, sfondi grigi e tanta nostalgia del calcio di una volta.
Data e giorno a tema con la recente Festa dei Defunti, perchè il calcio di serie C è morto da tempo, anche se qualcuno continua a far finta di non crederci inventandosi persino una specie di Var senza telecamere che di fatto, a parte pochi casi, è il mezzo preferito dagli arbitri per affermare il “quanto sono bravo io e scarsi voi”, visto che è chiaro il mandato ricevuto di non dare credito quasi mai alle “review card”utilizzate dalle squadre.
Davvero singolare che l’Alcione sia una società solida a livello economico e proiettata verso obiettivi ambiziosi ma senza uno stadio cittadino nel quale giocare. Una distonia davvero evidente che fa capire tanto senza spiegare niente.
Tornando al rettangolo di gioco, come già scritto in sede di presentazione del match da parte di Andrea Scalvi, sarà la partita degli ex Mister Cusatis e Pitou da una parte, Bagatti e Di Marco dall’altra. Curiosi percorsi inversi di due squadre che hanno dichiarato di voler alzare l’asticella l’una prendendo il retrocesso Pitou e l’altra il duo che Mister Cusatis ha lasciato libero senza troppe resistenze.
Il campo, per ora, sta dando ragione ai milanesi che occupano il quinto posto con cinque vittorie, tre pareggi e tre sconfitte. In casa, o meglio in casa d’altri, l’Alcione ha vinto due volte, pareggiata una e perso due partite. Insomma, non un cammino premium. Decimo attacco del girone, ma quarta migliore difesa in linea con la filosofia del suo tecnico che da sempre predilige il primo non prenderle.
Casa Pro Patria è da tempo casa dei misteri, non si sa cosa accade dietro le quinte ne tantomeno in campo, per cui, è difficile capire chi giocherà e chi potrà giocare, vista la lista degli infortunati che è in continuo movimente dinamico. Nello scorso turno si era aggiunto Masi del quale non si sono sapute notizie. Tra rispetto della privacy e discutibili scelte strategiche di non pubblicare i convocati (finora a vantaggio degli avversari, visti i risultati), le comunicazioni da via Cà Bianca riguardano ormai quasi solo il modo di acquistare i biglietti. News che pare davvero poco utile, visto che il seguito in casa e in trasferta è in picchiata ormai da tempo.
Tifoseria che, dopo l’ennesimo delusione seguita ai proclami di metà Giugno, ha definitivamente messo in archivio i sogni di grandezza, o comunque di un cambio di marcia che ci si attendeva dalla minoranza. Ormai è chiaro che nulla è cambiato e nulla cambierà nel breve, per cui ci sarà la solita stagione tribulata rincorrendo la solita salvezza.
Da capire cosa differenzi la minoranza, capitanata da Luca Bassi, da Sgai, visto che nel secondo caso Patrizia Testa si convinse subito a riguardo della serietà della cordata napoletana cedendo la società in un batter d’occhio, mentre con Finnat questo non sta avvenendo. Altro mistero di difficile lettura che lascia aperto il solito campo delle ipotesi nel quale i tifosi da sempre si muovono in mancanza di spiegazioni logiche, chiare e di buonsenso. Forse la più logica è quella più semplice, ossia che Patrizia Testa non vuole vendere e Finnat non vuole acquistare. Il perfetto win-win a livello societario, ma, purtroppo il perfetto lose-lose in campo che, caso vuole, avviene proprio da quando al posto di una…ce ne sono due.
Da capire chi ci sarà e se potranno giocare i vari Orfei, Schirò, Giudici, Mora,i soliti noti che da inizio torneo hanno frequentato l’infermeria. Insomma, le scommesse di Sandro Turotti finora perse che si spera possano tornare in campo stabilmente e dare il contributo che da loro tutti si aspettano.
Flavio Vergani












