Altre caduta casalinga della Pro Patria che perde per uno a tre con la Virtus Verona, centrando la salvezza matematica grazie alle disgrazie altrui. I numeri fanno disperare e consolano al tempo stesso. Ottava sconfitta casalinga su diciannove partite disputate, ossia, una classifica da piena zona playout.
Tigrotti riconoscenti con i tifosi che li seguono in trasferta con ben otto vittorie nello score e settimo posto in classifica. Dodicesimo posto per le reti realizzati, terz’ultimo per le reti incassate con 50 reti subite. Il vecchio “pillar” del credo biancoblu crolla miseramente in questa stagione senza certezze tattiche.
Obiettivo salvezza centrato grazie all’ennesimo miracolo del Direttore Sportivo Turotti e su questo tutti d’accordo, ma occorre anche fare una deep analisi che mette pepe alla discussione.
La realtà dice che la Pro Patria si è salvata ad una giornata dalla fine del campionato, ma virtualmente molto prima, visto che un punto nelle ultime quattro partite non ha inciso sul risultato finale, praticamente non giocando tutto il girone di andata e non giocando il finale di girone di ritorno. E’ bastata una manciata di partite positive a inizio 2024 per arrivare alla salvezza. Per cui, se l’obiettivo era la salvezza, possiamo tranquillamente dire che le scelte di Turotti sono state arrotondate per eccesso nella qualità. Bastava molto meno.
E per fortuna Lombardoni non è stato quello che è e che sappiamo essere. E, per fortuna, Marano, acquisto bomba del mercato, si è preso un anno di aspettativa, e per fortuna che Nicco non è stato per tutto il torneo il solito Nicco. E, per fortuna, Parker ( “non ho mai allenato un centravanti così forte”, disse Mister Vargas lo scorso anno), non ha garantito i soliti sette goal, che sommati ai tredici di Castelli e a quelli si Stanzani rischiavano di far raggiungere la salvezza ben prima di quanto è arrivata. Pensate se queste variabili si fossero orientate tutte nel verso giusto, chi lo avrebbe detto alla Presidente che serviva tutto questo budget per salvarsi? Sarebbe stata una passeggiata.
Quindi, quale è la cilindrata del motore della Pro Patria? Un misero 80 cavalli o un 200 cavalli turbo diesel? Sulle cilindrate non ci si sbaglia mai. O sei, o non sei. La Pro Patria ha un motore che va ben oltre la misera salvezza ottenuta. Ha un motore ben più potente di quello visto a Fiorenzuola, Caravaggio o nella gara di ieri. Lo ha dimostrato vincendo ovunque a inizio anno. Per cui, si, possiamo dire che si è fatto il minimo indispensabile centrando l’unico obiettivo consegnato a giocatori e mister a inizio anno e va bene così.
Detto questo, veniamo alle aspettative playoff. Nessuno li ha mai promessi e quindi la questione finisce qui. Cosa servano se non si ha potenzialità per arrivare in fondo è tutto da stabilire. I playoff seri sono quelli di prima, quando si incontrano la seconda fino alla quinta, questi sono contentini dati a tifosi e società per tirare Giugno. Peccato però che tirare Giugno vuol dire pagare spese di vitto e alloggio ai giocatori, vuol dire pagare eventuali ritiri, insomma, pagare quello che una squadra professionista deve ( o dovrebbe)garantire alla squadra. Eh si , ma sei fai i playoff prendi metà dell’incasso e copri i costi, questo è quello che si sente dire spesso tra i tifosi. Sul tema ci è molto piaciuta la risposta della Presidente Patrizia Testa, intervenuta qualche tempo fa alla trasmissione “Biancoblu” di Rete 55. La Presidente ha giustamente fatto intendere nella sua risposta che non esiste la matematica certezza di questo. Come darle torto? Se la Pro Patria dovesse qualificarsi per il primo turno di playoff e dovesse incontrare, per esempio, il Legnago, dovrebbe organizzare la trasferta comprensiva di ritiro ( hotel per oltre 20 persone+ spese logistiche e trasporto), in cambio di metà dell’incasso di Legnago Pro Patria. Non basterebbe nemmeno per pagare il pullman!! E se fosse con Atalanta U 23?E se fosse con Giana Erminio o Lumezzane? Non cambierebbe niente.
Chissà perchè le squadre remuneranti stanno tutte da un’altra parte della classifica. Strano? No, per niente.
Il tifoso replica ” eh si ma sei vai avanti…”. Eh si, ma se non vai avanti…?Risponde il buonsenso. Domanda: la formula di questi pseudo playoff è fatta per fare andare avanti la decima in classifica? Diremmo proprio di no. Manca che la facciano giocare in nove contro undici e poi la strategia penalizzante sarebbe perfetta. Per cui, il gioco vale la candela ?Mah…forse anche no.
Obiezione vostro onore…dice una voce che cita l’esempio Lecco. Parola alla difesa: Il Lecco, cari signori, costava quattro volte la Pro Patria e non è arrivato decimo…Punto.
Questo vuol dire che si è scelto di non partecipare? Assolutamente no, ma le motivazioni che hanno animato la rincorsa della salvezza sono state certamente diverse di quelle che hanno mosso l’inseguimento di un traguardo molto fittizio, poco concreto in termini di possibilità finale di vittoria, poco remunerativo tanto da non costituire un focus societario e quindi non meritevole di un supporto con premi economici motivazionali
Lo dice sempre Mister Colombo: “non conta il modulo, conta l’atteggiamento”. Atteggiamento che ha portato alla salvezza con risorse fisiche e psicologiche spese in un lasso di tempo ristretto per centrare l’obiettivo. Energie che non si sono rinnovate per un obiettivo mai dichiarato, non prioritario in questo momento e persino antieconomico. Gli stimoli non si attivano con un click, la mente umana non è una macchina, tutti noi sappiamo cosa serve per spingerci oltre il limite, o cosa serve per alzare l’asticella e superarla. E’ un processo complesso che va alimentato con quello che la Pro Patria oggi non può o semplicemente non vuole dare.
Detto questo, la Pro Patria è da dodicesimo posto ? Assolutamente no, ma se l’importante è che non sia da sedicesimo, tutto va bene, rimpianti compresi.
In sintesi, obiettivo centrato sul quello che doveva essere, ma scentrato su quello che avrebbe potuto essere.
Flavio Vergani