E’ piaciuta la conferenza stampa di ieri? A molti tifosi no e lo hanno chiaramente fatto intendere chi sui social, chi con messaggi diretti. Chi ha visto la diretta ha fatto notare che si sentiva male, per cui chiedevano lumi a riguardo di quello che avevano inteso e reclamavano la mancanza di microfoni in sala stampa. Cuccioli, è una vita che chiediamo gli altoparlanti allo stadio, non vorrete passare davanti con questa priorità. Tempo al tempo, Folegani ha promesso, come Artusa prima, a buon intenditore poche parole.
Vediamo ad uno ad uno i temi del dibattito e poi diremo la nostra, come sempre fatto senza filtri e nella massima trasparenza.
Torbida trasparenza
A proposito di trasparenza, il popolo fa notare che durante la conferenza stampa si è più volte fatto riferimento alla trasparenza nelle parole, ma non nei fatti. Trasparenza, secondo i tifosi, dovrebbe far rima con nomi e cognomi dei componenti della fiduciaria, tempi di passaggio delle quote, programma definito e obiettivi. Tutto questo, se non in forma aleatoria non si è concretizzato, per cui i tifosi si chiedono l’utilità di una conferenza stampa che di fatto non ha aggiunto nulla di nuovo a quanto si conosceva.
Te ne vai o no…?
Giusto per utilizzare un coro da stadio, il tema relativo ai tempi di uscita di Patrizia Testa ha infiammato i social. Ci si aspettava una definizione del tempo di uscita che non è stato comunicato. Il tema del 49% a te e il 51% a me, anche se la Presidente ha sottolineato che trattasi nella sostanza del 50% a me e 50% a loro, visto che le decisioni vengono sempre condivise, lascia perplessi i tifosi che replicano dicendo che esistono tutti i numeri da zero a infinito, per cui, se si è scelto di avere una maggioranza e una minoranza non si può scavallarle con sintesi che fanno a pugni con la matematica.
Ul Diretur
Il tema caldo della giornata è stato quello del presunto non arrivo di un Direttore Generale, desiderato dai tifosi come l’acqua nel deserto. Il tentativo di creare un clone con quello che già si ha in casa è stato sbrigativamente demolito dal candidato individuato, ossia quel Sandro Turotti che ha fatto capire che non si può avere capra e cavoli al costo della capra (o del cavolo), per cui, il ruolo che lo stesso Turotti sembra caldeggi da molto, rimarrà al momento scoperto. Questo per i tifosi viene avvertito come un punto debole.
Il Museo è mio …l’associazione è vostra
La domanda del buon Alberto Brambilla è stato il veleno nella coda della conferenza. Il tema è caldo da sempre, in parecchi hanno sassolini nelle scarpe da togliersi e la Presidente non ci ha pensato due volte per mettere sul tavolo non un sasso, ma un masso che ha urtato chi quel Museo lo ha fortemente voluto. Un assist quello del Brambilla che Patrizia Testa ha colto al volo puntualizzando quel che c’era da puntualizzare. Il rovescio della medaglia di due correnti societarie che remano in direzioni diverse quanto alla considerazione verso i tifosi. L’Avvocato Zema si è prodigato in tutti i modi per fare team building lodando la presenza dei tifosi a Vercelli e dando risalto al “Daghidaponta”, mentre la Presidente, non ha chiuso un occhio sul tema museo, ben sapendo quello che avrebbe provocato in termini di reazione.
Cosa ne pensi?
Questa la domanda arrivata in quantità industriale allo scrivente. Come sempre fatto non adottiamo filtri o sfumature comunicative per non essere fraintesi e passiamo alla modalità pane al pane e vino al vino.
La torbida trasparenza è avvertibile, ma ci interessa il giusto. Se ci sono motivazioni che al momento non permettono di sapere nomi e cognomi dei nuovi, dormiamo lo stesso la notte. Crediamo che l’Avvocato Zema non abbia voglia e tempo per imbarcarsi in un progetto fake che la esporrebbe a giudizi tranchant proprio nella location dove opera ( chi glielo farebbe fare?), Patrizia Testa ha coinvolto Sandro Turotti in questo progetto e, vista la stima che nutre per lui, davvero fatichiamo a capire come possa imbarcarlo in un progetto debole. Lo stesso Turotti non è nato ieri, avrà avuto modo di conoscere persone e intenzioni e se fosse stato poco convinto da mangiare lo trova altrove. Luca Bassi, ha lavorato a Golden Sachs , non nel bonus 110, e la sua notorietà è worlwide, davvero non possiamo pensare che perda la faccia con la Pro Patria. Non smentire che sia lui dietro le quinte è come ammetterlo, per cui, inutile girarci intorno. Chi oggi sta dietro la Fiduciaria è gente super seria, potenziale e di alto profilo economico, non sapere i nomi non soddisfa la curiosità, ma tra averli e non averli scegliamo la prima.
Il Direttore generale? Ma chi se ne frega? Serve quello per andare in serie B? No. Meglio un bomber in campo, se poi la società dovesse reputare utile l’ingaggio lo faccia, ma francamente non vediamo un motivo per legare la mancanza di questa figura come un understatement della proprietà. Come direbbe Giuseppe Cruciani alla Zanzara del Direttore Generale “me ne fotto”.
Quanto ai tempi di uscita di Patrizia Testa, ecco un altro bel chi se ne frega. Per coerenza: se è stato detto come è vero che è stata la miglior giocatrice dello scorso anno, ossia in grado di fare il goal che ci ha tenuti in serie C, se tanto mi dà tanto, vuol dire che se anche dovesse rimanere e a lei si sommasse un altro budget importante il progetto raddoppierebbe le risorse. Sui soldi non c’è il nome di chi li spende, che problema c’è? Se invece come sembra, trattasi di una uscita programmata nel tempo che necessita di tempi tecnici chi se ne frega? Se va bene ai nuovi e va bene a lei, dove starebbe il problema? Non serve il Direttore Generale o sapere quando Patrizia Testa se ne andrà per valutare il progetto. Tra un mese inizia il ritiro, basterà vedere il nome dell’allenatore e i giocatori “di discontinuità” che arriveranno e da lì, senza troppe menate, si capirà la dimensione del progetto. I giocatori li conosciamo tutti, se fossero le mezze calzette dello scorso anno ( a parte poche eccezioni), ci sarà modo di far presente che non ci siamo, se fossero quello che saranno, perché sul punto non abbiamo dubbi, crediamo che a nessuno interesserà niente di quanto oggi preoccupa e fa discutere.
Il Museo?Da troppo tempo sentiamo declinare aggettivi possessivi del tutto inopportuni. E’ mio…è tuo…sono a casa mia, faccio quel che voglio io. La Pro Patria non è di nessuno, è di tutti. Poi, chi paga la gestisce come vuole e su questo non si discute, ma non gestisce una proprietà assoluta ma relativa. Per cui, il museo, che ancora una volta diciamo dovrebbe essere in biblioteca o in centro città e non in uno scantinato in coabitazione con una hospitality room che dovrebbe far inorridire un tipo come Luca Bassi, abituato a ben altri standard qualitativi, dovrebbe unire e non dividere. L’idea è stata dei tifosi, la gestione pure, l’attenzione e la promozione sul territorio certamente non ha mai fatto capo alla società, bensì ad un gruppo di volonterosi tifosi. Per cui, è chiaro che l’entrata a gamba tesa di Patrizia Testa ha fatto male. C’è modo e modo per far presente quanto è stato detto, se il museo è della Pro Patria, almeno si prenda occasione per ringraziare chi ha regalato tempo e soldi per realizzare quello che mai c’è stato e non ci risulta che mai la società ha avuto idea di realizzare. Se poi lo senti tuo o è tuo per motivi tecnici, la domanda è : cosa hai fatto per far crescere quello che dici tuo ?Niente, per cui, forse era l’occasione per ringraziare e non per deludere chi ci ha messo impegno e passione per far crescere la creatura. Più che il direttore generale, sentiamo la mancanza di una figura di relazione con i tifosi in grado di farli sentire amati e considerati. Cosa che, a parte per una ristrettissima “Gold selection”, non avviene da tempo e questo se si vuole remare tutti dalla stessa parte diventa elemento prioritario.
Flavio Vergani