Pro Patria Vicenza 0-1

Delusione Pro Patria che perde per uno a zero con il Vicenza. Perchè delusione, direbbe giustamente chi legge senza essere stato presente allo stadio. Non era il Vicenza dagli ingaggi nove volte superiori a quelli della Pro Patria? Non era il Vicenza delle sei vittorie nelle ultime sette partite? Non era il Vicenza dei Costa, dei Ferrari e dei Ronaldo? Si? Allora, non era quasi scontato?

L’analisi non fa una piega, se non che la Pro Patria ha avuto la ghiotta occasione di giocare la partita in 11 contro 10 per l’espulsione proprio di Ronaldo al 27esimo del primo tempo, episodio che avrebbe potuto spostare l’equilibrio del match dalla parte tigrotta.

Invece, la Pro Patria, dopo un discreto primo tempo, è letteralmente scomparsa da campo nel secondo tempo, quando gli ospiti hanno preso in mano il centrocampo e messo alle corde i tigrotti.

Il goal è arrivato direttamente da tiro dalla bandierina da parte di quel Costa dal sinistro fatato, ex serie A con la Spal, che ha risposto con i fatti alle parole non certamente di stima che lo hanno colpito dalla tribuna. Poi, forse ultimo tocco di Ferrari, ma il più lo ha fatto il pelatone.

“Non sono queste le partite da vincere”, le parole di Mister Colombo dette nel dopo partita della gara di andata a Vicenza risuonano ancora e aprono il tema della mentalità di questa squadra quando incontra le grandi. L’impressione in filigrana è che l’espulsione di Ronaldo e la conseguente superiorità numerica abbia messo pressione alla squadra, chiamandola ad una responsabilità che non ha saputo gestire. L’obbligo di vincere, imposto dalla superiorità numerica, invece della “possibile vittima sacrificale”, imposta dalla forza dell’avversario, ha letteralmente confuso i biancoblu, trovatisi ad interpretare il ruolo di favoriti che mai si sarebbero aspettati. Il Vicenza invece, ha fiutato la grande impresa, ha letto le paure dei tigrotti e li ha messi sotto pressione, confidando nella maggiore tecnica individuale e di una mentalità d’acciaio inox forgiata da un allenatore focoso finito anche lui sul cartellino rosso dell’arbitro. Poi, il finale da Festa dell’Unità, dove il rosso è andato di moda anche per Mister Colombo e per il vice di Vecchi, tale Danesi, che hanno stabilito la vittoria degli ospiti anche quanto a cartellini rossi: tre a uno.

Il secondo tempo della Pro Patria è stato davvero brutto, ma a dire il vero, in tutta la partita non è arrivato un tiro in porta da parte dei tigrotti e questo fa capire quanto fossero bagnate le polveri dei padroni di casa. Non che il Vicenza ne abbia fatti di più, ma la determinazione messa in campo, il coraggio di osare, la voglia di vincere è certamente stata diversa da quella tigrotta che è parsa accontentarsi del pareggio senza comprendere che si stava scavando la fossa. Essere rinunciatari con squadre esperte come il Vicenza, per di più  in superiorità numerica, vuol dire invitarle a nozze e farsi aggredire come accaduto. La Pro Patria deve ancora crescere sotto il punto di vista della mentalità, della capacità di osare, in autostima e oggi si è avuta la prova.

Una Pro Patria che ha faticato tremendamente a stare alta con un centrocampo che è praticamente sparito con l’uscita di Nicco e l’ingresso di Bertoni, mentre la scelta di Curatolo e non subito di Parker lascia perplessi, visto che in quel momento sarebbe servito un pivot per alzare la squadra e non un clone a livello fisico  di chi ha lasciato il campo. Questa volta, crediamo che non ci siano “presenz in panchina per onor di firma” che tengano ( oltre al fatto che chi siede in panchina, dovrebbe avere nelle gambe almeno 10 minuti, altrimenti che ci stà a fa?)

Da Vicenza sono arrivati in tanti e questo ha fatto felice la cassiera della Pro Patria che stacca ben oltre i mille biglietti, nota positiva della giornata. Ferri e Stanzani ricevono la maglia celebrative per le 100 partite in maglia biancoblu e questo è l’altro elemento positivo.

Sandro Lupidi scuote la testa e fa sapere che è la seconda volta che perdiamo in superiorità numerica, non ricorda quando accadde, ma forse con il Lumezzane, mentre il Professor Brambilla se la prende con la cabala. Certe presenze femminili portano sfortuna, per cui servirebbe la daspo per chi si vede poco o quasi mai, per non dire mai e quando si presentano la sconfitta arriva puntuale come le tasse.

Flavio Vergani

 

 

 

Pro Patria-Vicenza0-1 (0-0)

Marcatore: Ferrari al 38’st

Pro Patria (3-4-2-1): Rovida; Minelli, Saporetti, Moretti (1′ st Vaghi); Somma (17′ st Renault C.), Nicco (17′ st Bertoni), Ferri, Ndrecka (40′ st Parker); Stanzani, Pitou (29′ st Curatolo); Castelli. A disposizione: Mangano, Bongini, Bashi, Marano, Fietta, Citterio, Piran, Ghioldi. Allenatore: Colombo.

L. R. Vicenza (3-5-2): Confente; Cuomo, Golemic, Laezza; Cavion, Talarico (22′ st De Col), Ronaldo, Greco (41′ st Tronchin), Costa (45′ st Sandon); Pellegrini, Ferrari. A disposizione: Massolo, Siviero, Rossi, Delle Monache, Busato, Lattanzio, Fantoni. Allenatore: Vecchi.

Arbitro: Iannello di Messina (Scardovi di Imola e Jorgji di Albano Laziale; Rossini di Torino)

NOTE – Serata primaverile, terreno in buone condizioni. Spettatori 1200circa (1067 paganti). Espulso: 27′pt Ronaldo (V) per doppia ammonizione. Vecchi (all. Vicenza) al 75′ per proteste, Colombo (all. Pro Patria) e Danesi (vice all. Vicenza) al 90′ per reciproche scorrettezze. Ammoniti: Ronaldo (V), Greco (V), Moretti (P), Nicco (P), Golemic (V), Vaghi (P), Ferrari (V). Calci d’angolo: 3-10. Minuti di recupero: pt 13, st

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