Si, ma Piran…

Sconcertati per non dire preoccupati. Trasparenti come sempre, non abbiamo padroni, ma pane al pane e vino al vino e a Cesare quel che è di Cesare. Per cui, sapete che non abbiamo mai risparmiato critiche quando serviva, per cui non siamo ricattabili. Da dove arriva lo sconcerto? Presto detto, da quel che si sente e si legge ai primi respiri del calciomercato.

Piran sembra possa partire verso Vercelli e solo i rumors generano una tempesta mediatica. C’è chi si rammarica per la partenza di un bravo ragazzo, chi perché del vivaio, chi perché sinonimo di un progetto che si dimostrerebbe debole per via di queste rinunce.

La parola alla difesa della società. Mamma mia che imbarazzo, siamo abituati al ruolo di pubblico ministero, quanto ci preoccupa il ruolo, lo sentiamo persino inadatto, ma reputiamo che sia dovuto.

Partiamo dall’inizio. Piran è un bravo ragazzo? Sicuramente si. Serve essere buoni ragazzi per andare in serie B? Sicuramente no. Piran è un prodotto del settore giovanile? Sicuramente si. Servono per forza giocatori del settore giovanile per andare in serie B? Sicuramente no, al limite servono per prendere più contributi dalla LegaPro, ma non è che interessa meno? Piran è un top player del girone? Sicuramente no. E chi lo dice? Lo dicono i tecnici che lo descrivono come un eccellente esterno offensivo con qualche lacuna nella fase difensiva. Secondo voi, perché è stato preso Barlocco? Esiste sul mercato un giocatore più bravo di lui? Sicuramente si. Arriverà? Questa è la vera domanda che dà un senso a tutte le altre. L’impressione è che arriverà, diversamente non si sarebbero fatte certe scelte. Piran va al Real Madrid? No, alla Pro Vercelli, insomma, siamo lì con la Pro Patria.

Chi aveva fatto notare che nella conferenza stampa di qualche settimana fa “non si è detto niente di nuovo rispetto a quanto già si sapeva”, non ha colto il passaggio relativo al progetto tecnico che sarà “discontinuo” col passato. Ossia, senza i protagonisti che, saranno anche bravi ragazzi, ma ci hanno portati diretti in serie D. Con questo non si vuole dire che Piran ci ha portati in serie D, ci mancherebbe, è stato uno dei migliori e su questo non ci piove, ma evidentemente in via Cà Bianca pensano più ad un Music che ad un Piran e questo ha determinato la scelta. Se ci fasciamo la testa prima di sapere i nomi della discontinuità e ci si dispera per la perdita di un giocatore bravo si, ma eccezionale no, vuol dire che mentalmente non ci siamo ancora staccati dalla “continuità” del passato, fatto di piccole (ma piccole) soddisfazioni garantite da riconferme a basso potenziale ma non in grado di far percepire potenzialità diverse da un decimo posto.

Se conferenze stampa nelle quali comunque si è declinata la parola ambizione, dove si è parlato di discontinuità, dove si è detto di un progetto importante, non bastano per rimanere in attesa con fiducia e con positività preferendo demolirlo fin da subito in quanto “sono segreti i soci” o “hanno venduto Piran che è un giocatore importante e del territorio”, allora tutto diventa complicato fin dall’inizio e davvero non si capisce quale sarebbe l’aspettativa perfetta.

Un prestanome qualsiasi tanto per dire chi c’è dietro la fiduciaria potrebbe bastare? La conferma di Piran, Pitou, Beretta, Alcibiade e Bashi, di meglio non ne troviamo, potrebbe tranquillizzare? Una continuità tipo la precedente che ha confermato Mister Colombo per una salvezza imbarazzante? E’ questa l’alternativa “continua” da preferire a quella “discontinua”.

La presenza di Patrizia Testa e dell’avvocato Zema non bastano per avere fiducia nella fiduciaria? Oppure, si pensa che siano complici di una cordata farlocca che vende Piran per arrichhirsi? No, dai, non siamo su Scherzi a Parte, siamo seri.

Detto questo, siamo pronti a rimangiarci ogni parola e indossare i panni della pubblica accusa se arrivasse un allenatore senza curriculum importante (anche se un certo Javorcic non ce lo aveva) e qualche giocatore scappato di casa al posto di chi sarà scappato da Busto.

Se così fosse, alla prossima conferenza stampa ci sarà modo di chiedere nei modi e nei tempi giusti. Nella precedente il super tifoso Ivo aveva anticipato il tema dell’impazienza dei tifosi che vogliono vincere subito e non tra cinque anni. Per cui, la nuova società è già sensibilizzata sul tema, ma se davvero c’è quel personaggio che tutti sanno diventerebbe difficile insegnarli un business plan, se non con l’altissimo rischio di farsi umiliare appena prima e appena dopo averglielo sottoposto.

Francamente non comprendiamo e non condividiamo questa preoccupazione derivante da una cessione del tutto preventivabile e nemmeno cosa ostacoli di vivere il tempo dei sogni senza retrospettive o ancore col passato. Bocciare prima di esaminare fa rima con una prevenzione cosmica che davvero non comprendiamo da dove nasca e da cosa sia alimentata.

Flavio Vergani

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