In casa Pro Patria è tempo dello “speriamo che…” la squadra possa essere riammessa in serie C. E’ anche tempo del“vediamo quando…”i nuovi soci faranno sapere chi sono, ma è anche tempo del “chissà perché” serva tutto questo tempo.
Tempo di attesa che peraltro è superiore a quello da tutti calcolato. Infatti, da via Cà Bianca fanno sapere che l’affare è stato fatto ben prima del famoso regalo di Natale, poi reso noto a Gennaio, ma addirittura risale al primo Luglio. In sintesi e per essere chiari: la retrocessione non è figlia della solita maggioranza del 100%, ma ha due firme che valgono il 51% per la maggioranza e il 49 % per la minoranza. Mal comune mezzio gaudio? Anche no…
Questo solo per rispetto della frequente parola che fa rima con trasparenza che risuona spesso nell’ambiente biancoblu, anche se i tifosi prima di validare questo termine attendono nomi e programmi. Difficile parlare di trasparenza totale senza poter guardare viso a viso i prossimi comandanti della barca. Invece, più ricevibile è il riferimento che si è citato in via Cà Bianca riferito alla parola d’onore che vale mille contratti. Ovvio che nessuno e diciamo nessuno mette in discussione la serietà degli interlocutori ( sbagliare è umano, perseverare sarebbe diabolico), tra l’altro il big name è uscito tempo fa ed è un esempio di serietà e potenzialità, ma è ovvio che, proprio per questa garanzia totale di serietà e quindi del nulla da nascondere, ci si aspetta che prima o poi i nomi e i cognomi si materializzino in modo ufficiale.
Cosa cambia, direte voi. Niente sul risultato finale, ma è perlomeno buffo che proprio nell’anno che si sono unite le forze si sia centrato il peggior risultato della gestione Testa. Il calcio è anche questo, ma vorremmo un calcio che ogni tanto premi non sempre i soliti.
A proposito di premi, potrebbe arrivare il più gradito, ossia la riammissione in serie C che non è come vincere sul campo ma qui non si butta via niente. Un riconoscimento alla virtuosità finanziaria della maggioranza alla quale va riconosciuto senza ombra di dubbio il merito di avere fatto il passo mai più lungo della gamba. Poi, è chiaro che esistono la causa e l’effetto che spesso espongono al rischio, ma nel caso specifico potrebbe rivelarsi meno impattante del previsto. La causa dei conti economici a posto espone al rischio di non essere competitivi (anche se davvero il campionato appena terminato si è rivelato di bassissimo livello), l’effetto è la potenziale retrocessione che a Busto da potenziale è diventata reale. L’occhio di riguardo premia i virtuosi, ma è chiaro che qualcuno è abbastanza incazzato per questa cosa, tipo il Sestri Levante che è retrocesso per mano di una “non virtuosa” come l’esperta in fallimenti Lucchese e poi viene riammessa una virtuosa che però è retrocessa per mano di un’altra Pro rimessa in linea di galleggiamento proprio nei giorni prima del playout.
Insomma, alla fine, se dovesse andare come si spera, la retrocessione non inciderebbe minimamente sul nuovo progetto biancoblu.
Un progetto che adesso che sono stati precisati i tempi nel quale si sono formalizzati gli accordi fanno capire il motivo dell’ottimismo turottiano, che si era sbilanciato e non è proprio da lui, in una previsione di performance che aveva fatto alzare le aspettative dei tifosi. Il Direttore sportivo aveva fatto sapere di non essere stato felice della risicata salvezza dell’anno precedente e che avrebbe alzato l’asticella delle ambizioni nel campionato scorso. Ovvio che l’arrivo dei nuovi aveva autorizzato questo scenario, poi non è andata così e lo sappiamo tutti. Più che saltare l’asticella si è passati sotto e l’unica ambizione rimasta si chiama riammissione. Davvero in pochi pensavano alla realtà della “3 R” con la quale convivere fino al 6 Giugno.
Retrocessione, Riammissione e Ripescaggio, questa le realtà o le possibili realtà messe a disposizione dei tifosi, tre erre delle quali due su tre fanno rima con speranza, mentre una fa rima con depressione totale.
Non resta che attendere per comprendere se le ambizioni di Turotti possano in qualche modo realizzarsi, alla fine dalla D alla C è sempre una promozione, se non ottenuta sul campo ottenuta grazie alle scelte oculate in termini di conto economico. Non è la stessa cosa lo sa anche mio “cuggino”,ma se qualcuno ha alternative valide basterà condividerle.
Flavio Vergani