Trento Pro Patria 0-0

Ci sono momenti nei quali tutto diventa quasi relativo e per la Pro Patria questo è uno di quei momenti. Trattasi del risultato che, seppur mantenga il suo valore assoluto, assume un significato importante se ottenuto in modo diverso da prima. Ossia, se il risultato certifica un passo in avanti della squadra quanto ad atteggiamento, convinzione, determinazione e fiducia nei propri mezzi. Occorre leggere in filigrana lo zero a zero di Trento e capire se la cura Sala sta dando i primi risultati. Questo è il passaggio obbligato per capire se l’obiettivo minimo, ossia i playout, sono o meno alla portata. Zero reti fatte con Caldiero e Trento e zero reti subite sembrano dare un primo riscontro: la Pro Patria sta ritrovando la sua dimensione del passato. Una dimensione fatta di poche reti fatte e ancora meno subite. Oggi, si è vista una squadra in partita per tutta la gara con eventuale vittoria ai punti se al posto del calcio si fosse partecipato ad un match di pugilato. Piccoli segnali che però sono indice di una squadra che inizia a rispondere alle cure del suo allenatore. Chiaro, lampante e indiscutibile il fatto che in società si sia atteso troppo nel cambio dell’allenatore esponendo la squadra ad un periodo lungo, troppo lungo, nel quale ha subito una metamorfosi negativa assumendo il profilo del suo allenatore precedente, che è distante anni luce da quello del benchmark Ivan Javorcic. Mister Sala sta lavorando con pazienza e dedizione cercando di distillare il miglior undici in grado di restituire certezze difensive e limitare la carenza offensiva. Da capire anche quanto la società sia disposta a rinunciare ad una parte di bonus giovani in cambio di una formazione più matura ed esperta che potrebbe aiutare il Mister nella sua scalata. Di fronte ad un rischio forte di retrocessione l’ipotesi di lasciar perdere l’obbligo dei giovani potrebbe e dovrebbe essere valutato. Tra maggioranza uscente e minoranza entrante si potrebbe mettere a bilancio un extra investimento davvero utile allo scopo. E’ anche il tempo delle scelte progressive, oggi per esempio, è scaduta la pazienza per il giovane Pitou lasciato negli spogliatoi dopo l’ennesimo primo tempo sterile, inconcludente e negativo in tutti i suoi aspetti. Mister Sala non lascia indietro nessuno, ma nemmeno si ostina come nel passato a insistere su giocatori che per un motivo o per l’altro non danno certezze. Oggi bene Toci che è andato vicino al goal e si è dimostrato vivo, mentre continuano i dubbi sui presunti rinforzi di Gennaio che incidono poco o niente rispetto a chi giocava al loro posto. Coccolo così e così, Barlocco e Rocco ancora non protagonisti.

Solo due gli ammoniti in casa Pro Patria e questo lascia sempre un po’ perplessi, ma un espulso, addirittura dalla panchina. Protagonista Piran che ha visto il cartellino rosso sbandierato sotto gli occhi per un fallo di reazione a bordo campo. Si torna in campo giovedì sera alle 18,30 contro l’Arzignano in cerca di punti per accorciare su chi sta davanti alla Pro Patria e centrare i playout. Poi, in due gare secche si deciderà il futuro della squadra bustocca incredibilmente precipitata all’inferno a causa di errori di valutazione in sede di campagna acquisti e di tempismo in sede di esonero del tecnico che rischiano di mandare in fumo il bel lavoro di più di dieci anni della coppia Turotti-Testa. Gli allenatori fanno la differenza o la fanno i giocatori? La domanda è vecchia come il mondo e la risposta pure. La differenza la fanno gli allenatori e i giocatori bravi. Se li hai entrambi sei a posto, altrimenti devi sperare di avere un allenatore bravo se hai una squadra non eccezionale. Vale anche il contrario, ma a Busto con i budget che circolano difficile pensare a questa realtà. Per cui, rimane valida la prima, ossia permettersi un allenatore bravo ( invece di cinque) è un obbligo, averlo in casa e lasciarlo dov’era così a lungo un vero e proprio suicidio. Che poi il cambio sulla carta è seguito a delle dimissioni ( seppur a nostro avviso diplomatiche) ci si chiede cosa sarebbe accaduto se queste non fossero arrivate. Insomma, chi è causa dei proprio mali pianga sè stesso, ma per fortuna c’è ancora spazio per una speranza. L’ultima, ma meglio averne una che non averne. Certo è che contendersi la salvezza con Clodiense e Caldiero dopo che si erano coniugati progetti che iniziavano con la a di ambizione fa rimanere senza parole e quel senso di disagio che questa piazza non merita.

Pro Patria che vince larga sugli spalti con tanti tifosi al seguito in quel di Trento più uno che dal cielo ha gridato come un matto per farsi sentire.

Flavio Vergani

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