Le vittorie in trasferta fanno giri immensi ma poi ritornano. L’ultima della Pro Patria a Verona con goal di Alcibiade, in mezzo 20 partite senza successi per un totale di 202 giorni si digiuno e oggi ecco che la ruota gira per il verso giusto e i tigrotti cancellano lo zero nella casella vittorie.

La presentazione della partita da parte del cronista di Sky sembrava una sentenza: Pro Patria virtualmente ultima son soli 4 punti all’attivo, peggior difesa del campionato e penultimo attacco, sola la Giana ha fatto peggio. In più la lista degli assenti che faceva rima con Schiavone, Schirò, Orfei, Giudici, Mora e Ricordi, insomma niente per cui stare allegri.

Invece, i due davanti inventano una magia con assist di Mastroianni per Udoh che la mette dentro. Poi, è Rovida che si veste prima da Superman parando di tutto e di più e poi da Mago Silvan opponendo due traverse ai tiri della Virtus sui quali nulla avrebbe potuto. Alla fine è stata vittoria, anche se francamente il gioco non si è visto. Lanci lunghi per gli attaccanti la tattica preferita che non è proprio sinonimo di bel calcio, ma, francamente, non si può pretendere l’uovo e la gallina. Sui social la vittoria ha avuto effetti miracolosi e già si parla di condizione fisica migliorata e squadra in crescita, se una delle due traverse foss andata dentro saremmo qui a commentare un’altra partita e forse qualcuno chiederebbe la testa, quella con la t minuscola, di Greco e del preparatore atletico. La lista degli infortunati è lunga come sempre, ma oggi il mirino non è puntato su di lui e nemmeno su Greco. I poteri delle vittorie.

Una vittoria che è un assist per “la società”che si è resa disponibile per un incontro con i tifosi in data 25 Ottobre in sala stampa. Si attende la risposta delle parti convocate che al momento non è chiaro se sarà una rappresentanza, un open door per tutti i tifosi, o altro.

Sui contenuti dell’incontro vi faremo sapere appena qualche tifoso ci farà sapere cosa si diranno in quella sede, visto che la “società”tramite l’addetta stampa Martina Crosta, ha fatto sapere che a causa del nostro “comportamento”non siamo più graditi in sala stampa. Non sappiamo esattamente le colpe attribuite, visto che dapprima si è citata un’ intervista poco gradita del Presidente Giovanni Pellegatta con colpe ricadute sulla redazione e poi a generiche “mancanze di rispetto” delle quali abbiamo chiesto conto per capire dove abbiamo eventualmente errato, anche solo per rendercene conto e scusarci nell’eventualità che qualcosa ci sia sfuggito, senza per ora avere avuto feedback. Insomma, è stata applicata la modalità “tranchant”senza neppure nominare un difensore d’ufficio, chissà cosa pensa l’avvocata Zema di questo processo sommario, visto che è una del mestiere.

In genere i rapporti con la stampa funzionano così, ossia se qualcosa non convince ci si parla, ci si chiarisce e si rettifica. A Busto invece, dove come diceva Vavassori ,l’acqua va al contrario: i giornalisti con regolare iscrizione all’albo, invece di informare i tifosi, si devono far informare dagli stessi se e quando convocati  come nell’occasione, o dover leggere le notizie in seconda battuta, magari pubblicate da chi nemmeno può vantare il “titulo” per mancanza del famoso “tesserino. 

Ovviamente, la nostra libertà di espressione non teme nessun tipo di punizione e continueremo a commentare la realtà dal punto di osservazione del tifoso con il grande vantaggio di non dover rendere conto a nessuno. Non abbiamo padroni, non rispondiamo a nessun editore e nemmeno a nessun procuratore e soprattutto facciamo un altro lavoro. Un privilegio che ci rende unici ed è questo il valore della nostra mission.

Nella vita si puà scegliere di essere gas o liquidi, noi abbiamo scelto di essere liquidi. La differenza tra i gas e i liquidi è che i secondi sono incomprimibili, rispetto ai primi che lo sono.

Per cui, anche se messi alla porta, continueremo a raccontarvi della nostra passione di sempre, ossia quella che ci accompagnata ormai da 53 anni.

L’addetta stampa ha minimizzato sulla gravità della decisione facendo sapere che “intanto le notizie le potete leggere sul nostro sito”. Si, ok, ma allora cosa ci stiamo a fare noi? Infine, non le possono leggere anche gli altri?

Flavio Vergani

 

 

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