Viva la mamma…è stata tua la colpa e adesso che vuoi?

La mamma di Palazzi non ci sta e se ai tempi della scuola la colpa del figlio ripetente era sempre degli insegnanti, oggi la colpa del giocatore ripetente ( due retrocessioni in due anni) è colpa dei tifosi e dei giornalisti.

La bocciatura di “Malpensa 24″nelle pagelle di fine anno, non è stata digerita dalla mamma e fa coppia con le lamentele del papà di Curatolo urlate dagli spalti dello “Speroni”. I due hanno fatto presente che la colpa dello scarso impiego dei propri figli è dell’allenatore, nel caso specifico degli allenatori (che a Busto non mancano), che non hanno colto le potenzialità di questi giocatori.  Uno già noto a Busto per la low performance dello scorso anno e l’altro noto per le sue performance eccellenti in serie B, ma con un ultimo anno a Sesto San Giovanni caratterizzato da poche presenze, tante assenze , molte panchine, oltre ad una retrocessione. Questo per dare un quadro chiaro entro il quale gli allenatori hanno preso le loro decisioni. A questo aggiungiamo che la concorrenza interna nella sezione “attaccanti” quest’anno è stata quanto di più semplice per favorire eventuali talenti inespressi, visto che non si segnava mai e si cercava disperatamente un bomber, anche da tre reti e nella sezione “centrocampisti” la perdita del senior Bertoni e il campionato in chiaroscuro di Nicco, hanno offerto un’occasione irripetibile per un profilo senior da piedi buoni. Occasione che dopo Marano, anche Palazzi non ha saputo cogliere e davvero fatichiamo a capire come il team di allenatori riccamente composto in qualità e quantità non si sia accorto di avere in casa quello che serviva.

La lettera aperta di Tiziana Sforza Palazzi mischia il sacro col profano. Il sacro è il profilo umano di tutto rispetto del figlio, che si è prodigato come nessun altro nella tragedia di Raffaele. Un modo che lo ha fatto conoscere per quello che è fuori dal campo. Qualità mai messa in discussione da nessuno. Il profano è la valutazione della performance che non è stata indimenticabile. La mamma afferma che la causa risiede nelle “scelte tecniche” e che se”ci si accorge che un giocatore con esperienza non serve alla causa, a Gennaio lo si invita ad andare via” e che “si voleva vincere utilizzando una squadra giovane bisognava accorgersi per tempo che forse non era la strada giusta”. Sottolineautura del tutto discutibile. La Pro Patria dell’ era Patrizia Testa ha sempre avuto un profilo identico: giovani si, ma anche giocatori di esperienza in grado di supportarli nella crescita. Così, hanno sempre giocato i vari Fietta, Colombo, Le Noci, Bertoni. Se loro giocavano e Palazzi no, la colpa non crediamo sia del progetto, ma del giocatore. Discutibile anche il riferimento al mercato di Gennaio, vale per entrambi scegliere strade diverse, visto che il giocatore non era stato in campo con la frequenza desiderata. Crediamo che chiedendo, il desiderio sarebbe stato esaudito senza alcun dubbio.

Torniamo al sacro, ossia a quanto accaduto a Vercelli, ossia all’accendino scagliato contro i giocatori e che casualmente ha colpito il figlio, sottolineando che il fatto debba ed è stato condannato senza mezzi termini dalla stampa e nulla “ci azzecca”sul profano, ossia sulla valutazione sportiva del giocatore.

Spiace che, dopo aver letto in altra parte, che la colpa della retrocessione non è di Patrizia Testa, non è di Sandro Turotti e quindi di rimbalzo si fa sapere in filigrana che la colpa sarebbe stata dei tifosi, adesso si punta alla stampa rea di aver sottolineato una perforamance che i numeri condannano, più che i pareri. Numeri che fanno rima con oggettività e non con soggettività. Non ci sembra che crolli il mondo se un giocatore viene messo tra i bocciati e nemmeno crediamo che incida sul suo futuro, come sottolineato dalla signora Palazzi, visto che lo scorso anno il figlio era retrocesso tanto quanto quest’anno e aveva collezionato una manciata di presenze, eppure un ingaggio alla Pro Patria lo ha trovato. Chiaro che qualcosa non abbia funzionato ed è chiaro che chi ha giocato in serie B ha qualità indiscutibili, ma è anche chiaro che il giornalista fa il suo lavoro e francamente mettere Palazzi tra i promossi avrebbe aperto un dibattito sulle competenze del giudicante.

Infine, un ultimo disappunto, ci sta difendere il figlio per evitare che qualcuno possa pensare che sia diventato un “pseudo giocatore”, cosa mai pensata o scritta da nessuno, in quanto il ragazzo col Padova ha dimostrato quello che sa fare, ma poco “fair”è ricorrere a definizioni poco eleganti come “pseudo giornalista” riferito a chi si è permesso di far notare che Palazzi non verrà ricordato a Busto per quello che ha fatto. Questo rimane una certezza, a Busto ci si ricorderà della mamma di Palazzi e della sua lettera, visto che questa generazione non ne ricorda una uguale negli ultimi decenni, ma Palazzi rimane un giocatore il giornalista rimane il giornalista. I “pseudo” lasciamoli perdere, soprattutto quando si perde non sempre e per forza per colpa dei tifosi o dei giornalisti. I primi tifano e i secondi scrivono, il resto non è affar loro.

Edoardo Bennato direbbe “Viva la mamma…” ed “E’ stata tua la colpa, adesso che vuoi…?”. Viva la mamma sempre e comunque, è stata tua la colpa…anche no!

Flavio Vergani

Lettera di Tiziana Sforza Palazzi a “Malpensa 24”

Buongiorno,
mi permetto di scrivere perchè dissento su quanto è stato scritto nel Vs. articolo. Mi presento, sono la madre di Andrea Palazzi, e sicuramente questa mia non verrà nemmeno presa in considerazione, ma giudicare i promossi, i bocciati e i rimandati di una stagione fallimentare senza conoscere bene le motivazioni che hanno portato a questo, non lo ritengo giusto.
Non voglio assolutamente difendere mio figlio che sicuramente non ha dato alcun apporto al bene della squadra, quindi giustamente messo tra i bocciati, ma posso solo dire che non ha avuto neanche la possibilità di farlo, per scelte “tecniche”. Se ci si accorge che un giocatore, pur con esperienza, non serve alla causa, a gennaio si invita ad andare via, non si mette praticamente fuori squadra rovinandogli la reputazione e togliendogli la possibilità di trovare una squadra per l’anno successivo.
Se si voleva vincere utilizzando una squadra giovane, bisognava accorgersi per tempo che forse non era la strada giusta.
Quello che mi interessa sottolineare maggiormente, è che per voi inoltre, la nota positiva sono stati i tifosi, forse perchè sono quelli che leggono i Vs. articoli, ma per dovere di cronaca dovevate anche scrivere che gli stessi a Vercelli, pur arrabbiati per la retrocessione, hanno lanciato oggetti in campo prendendo con un accendino l’occhio di mio figlio che poteva portare alla perdita dello stesso.
Questo sarebbe nulla se fosse considerato un fatale incidente, ma la cosa più grave è stata che gli stessi sui social hanno sottolineato che chi l’ha fatto ha fatto bene, anzi dovevano tirargli un mattone… che l’abbiamo fatto passare per martire…. è quello che si meritava…. ed altre cattiverie che col calcio non hanno nulla a che vedere.
Uno pseudo giornalista ha anche difeso il fattaccio dicendo che tanto mio figlio non verrà mai ricordato dai tifosi, e anche noi cercheremo di cancellare un anno inutile dalla nostra mente.
Saluti
Tiziana Sforza Palazzi

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