Oggi in versione free-climber tra le nuvole vorrei soffermare la mia attenzione sul fascino dell’attesa identificabile come stimolo di fantasie, panorami sul futuro, progetti in embrione per poter realizzare quanto per tanto tempo immaginato e mai sviluppato per tutti i limiti ben conosciuti derivati dalle contenute risorse a disposizione che, in ogni caso, ci hanno permesso una invidiabile stabilità societaria ed una sanità economica ancora più valorizzata dalla costante presenza ormai da molti anni nel novero del professionismo.
Quindi ogni giorno si manifesta il desiderio del tifoso della ricerca di informazioni e notizie che possano alimentare la nostra fame di conoscenza del domani in merito alla costruzione della nuova squadra che, mai come in questa occasione, reputiamo avrà significativi innesti in ogni reparto con la solita incrollabile fiducia nel nostro “tessitore storico” che certamente riserverà qualche sorpresa importante al termine del consueto periodo di incubazione al quale ci ha spesso abituato.
E’ comunque sempre più difficile attingere al serbatoio giovani nell’ottica della valorizzazione delle squadre professionistiche che hanno deciso di formare organici da inscrivere alla nostra categoria e quindi il vigile occhio dell’osservatore deve essere rivolto soprattutto a ragazzi che hanno avuto visibilità nelle serie inferiori, dimostrando capacità oltre la media per poter aspirare ad avere ruoli attendibili, in un campionato dove puoi rischiare anche di non riuscire ad emergere dalla mediocrità, trascorrendo più tempo in panchina, anziché potersi confrontare con avversari che hanno la stessa ambizione di meritare un posto da titolare ed entrare nella vetrina privilegiata che può essere il trampolino per un ulteriore salto di categoria.
Ad oggi una certezza in fase di organizzazione futura é stata la conferma della direzione tecnica per la quale mi permetto di avere ancora qualche perplessità (ovviamente spero di essere smentito e forse accusato di scarsa propensione alla fiducia!!|) in relazione alle difficoltà di gestione incontrate nella fase finale del campionato appena concluso che, dopo una sequenza di risultati positivi invidiabile, mi ha fatto temere anche di doverci confrontare con la zona a rischio della classifica, situazione derivata a mio avviso non solo per presunti difetti di conduzione dell’organico, ma anche per improvvise indisponibilità di uomini chiave in particolare nei settori di centrocampo e difesa.
Sicuramente qualunque allenatore paga il noviziato del passaggio da ottimo interprete come attore sul campo a costruttore dalla panchina di ruoli e disposizioni tattiche che non si improvvisano nemmeno dopo il corso di Coverciano e quindi la fiducia doverosamente deve essere concessa con la certezza che il nostro farà tesoro del bagaglio acquisito nel corso dell’esperienza vissuta con la sicura individuazione di errori o incertezze da non più riproporre.
Proviamo quindi ancora per poco ad addomesticare quella “tigre” in gabbia che é il nostro impulso di conoscenza per essere pronti eventualmente ad edificare il nostro castello di speranze e traguardi da raggiungere in quanto, in ogni caso, gli interpreti con la maglia biancoblù possono cambiare ma la PRO esisterà storicamente sempre anche se più patrimonio di noi tifosi anziché di una città spesso irriconoscente.
Sandro Lupidi
