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Tigrottino dedicato alla debacle della Pro Patria con l'Albinoleffe con largo contributo del Direttore Alessandro Bianchi e di Andrea Macchi, che si sdoppiano nella veste di editorialisti/redattori e di tifosi rispondendo alle domande di Fabrizio Sciacco che coinvolgono anche una ristretta rappresentanza di consiglieri del club. 

Voce a Gianni Rigon e Giordano Macchi, da sempre appartenenti all'area più morbida del sodalizio, che vedono il bicchiere mezzo pieno: siamo salvi. non siamo fenomeni ma nemmeno così scarsi, Turotti una garanzia. Insomma, la toccano piano e anche il titolo del magazine sfuma la rabbia e la delusione provata dopo la scoppola con l'AlbinoLeffe, attenuando i toni. Più che le parole, Il Tigrottino utilizza i colori per descrivere la percezione avvertita, ossia: sono scomparsi i colori biancoblu, diventati bianconeri, ossia una squadra irriconoscibile, senza la solita identità, difficile da riconoscere. Un modo senza altro incisivo per sostituire alle parole le tinte che stanno colorando il presente dei tigrotti.

Impossibile conoscere il parere del Presidente del club Giovanni Pellegatta che si è trincerato dietro un silenzio stampa che parla da solo.

Buona lettura.

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 In una giornata luminosa solo dal punto di vista meteorologico sono stato testimone di una prestazione da parte dei nostri ragazzi alla quale non avrei mai voluto assistere.

Ho avuto immediatamente la sensazione di una difficoltà di posizioni in campo, con elementi non adatti al ruolo assegnato, coniugata con una problematica motivazionale e comunicativa da parte dell'allenatore nei confronti dei componenti che sembravano incapaci e non coordinati per svolgere un compito, forse mai assegnato, ma delegato alle iniziative individuali senza uno schema predefinito se non quello di fare densità in fase difensiva, ma in modo frammentario e non organico.

Si è assistito quindi, da parte nostra, alla sagra della improvvisazione ritornando alla non produttiva usanza di lunghi lanci dalla nostra difesa, improponibili per la gestione da parte delle nostre punte, più spesso dedicate a compiti di interdizione sulle iniziative opposte anzichè con mansioni di proposte offensive.

Si é evidenziata altresì la nostra incapacità di imporre il nostro gioco, restando sempre in attesa delle proposizioni avversarie, schiacciati verso la nostra area, subendo il pressing in fase di impostazione e con le conseguenti difficoltà di gestione della palla.

 

La conseguenza storica che é pervenuta quindi ai nostri occhi é stata quella di una difesa, che era stata simbolo determinante della nostra ascesa verso i piani alti della classifica, con una meravigliosa impermeabilità ai tentativi di attacco delle squadre a noi contrapposte, diventata improvvisamente fragile come cristalli di Boemia, passiva nei movimenti di reparto ed incapace di sopportare l'urto in fase di non possesso spesso a causa delle fratture evidenti tra le linee.

Ovviamente gli episodi costituiscono gli atti che determinano i risultati ed in almeno due occasioni anche il terreno bagnato ha congiurato contro le nostre sorti proponendo scivolate da parte dei nostri difensori delegati a fornire ostacolo sulle vincenti conclusioni effettuate a nostro danno, anche se queste situazioni occasionali non devono rappresentare alibi o giustificazioni per una prestazione riconosciuta anche dagli stessi attori come molto insufficiente.

Infatti dopo avere fatto solo atto di presenza durante tutta la prima frazione di gioco, anche l'importante variazione di organico apportata dopo l'intervallo ha evidenziato ovviamente il tentativo tardivo di rimediare ad una valutazione di partenza non corretta e tuttavia  ha solo accresciuto in tutti una sensazione di sconcerto ed incredulità derivata anche da una mancanza di una reazione tecnica e muscolare ed avendo come effetto una fase nervosa con tutte le complicanze derivate a livello dinamico e biochimico e una fase consequenziale di stato ansioso, con corredo di frenesia prestazionale per velocizzare i tempi di esecuzione ma in realtà con l'effetto di accrescere la confusione gestionale, facilitando il compito dei difensori dell'Albinoleffe.

A questo punto urge forse anche appuntamento con un mental coach ed un esperto di risveglio muscolare per riaccendere i componenti del motore non più in grado di girare a regimi elevati ed ingolfato anche da obiettivi che, invece di costituire uno stimolo importante per ottenerli, ha avuto l'effetto contrario ovvero quello di frenare sotto tutti gli aspetti gli attori, togliendo lo spirito di iniziativa ed azzerando le sicurezze che avevano costituito cardini di affidabilità durante gran parte del campionato, fino alle deprecabili ultime esibizioni, solo parzialmente interrotte da un intermezzo reattivo che sembrava avesse scacciato i fantasmi delle insicurezze e le conseguenti nebbie mentali.

Le critiche, quando emergono, non devono essere intese solo con i contorni della negatività ma, se affrontate con spirito positivo che deve costituire la spinta per smentire i detrattori, rappresentano solo voci doverose e testimoni di situazioni che devono essere assolutamente migliorate.

L'occasione prossima può dare l'ennesima svolta alla nostra stagione affrontando una sicura pretendente alla promozione diretta e costituendo quindi una ghiotta opportunità per dimostrare quanto é il nostro valore reale e di conseguenza mi aspetto che motivazioni e stimoli non debbano restare nel cassetto ma costituire argomenti validi per tornare a fare gridare a tutti "noi vogliamo questa vittoria"

......e ricordiamoci che questo diavolo non é così brutto come lo si dipinge!!!

Sandro Lupidi

 


Per fortuna si sono arrabbiati tutti. Il miglior modo per far sapere quanto ci tengono alla Pro Patria. Grave sarebbe stata l'indifferenza. La passione e l'amore per la Pro Patria sono state oltraggiate da una prestazione inqualificabile della squadra, normale e scontata è stata la reazione. Una grande novità in casa Pro Patria dove, Citarella time a parte, tutto è sempre filato liscio e non si è mai avuto modo di sperimentare il crash test con i tifosi.

 Non c'è certamente l'esperienza dei vari Zoppo, Tesoro e Vavassori che potrebbero scrivere un libro su come gestire la contestazione dei tifosi. Così, non è andata come sarebbe dovuta andare. Un peccato di gioventù, figlio dell'inesperienza nel gestire queste situazioni che ha fatto andare la vacca nelle verze.

In campo, Vezzoni lasciato solo nell'organizzare un inutile e controproducente "uno contro tutti" con i tifosi e qui forse sarebbe servita una gestione diversa del gruppo, evitando protagonismi solitari e ordini di scuderia ben chiari, anche viste le avvisaglie delle precedenti gare ,che avrebbero concordare in anticipo una strategia gestionale del momento di crisi.

In tribuna centrale, scontro verbale tra una tifosa e la vice presidente con successivo supporto dell'addetto stampa con match proseguito fin quasi la porta di uscita dello stadio, dove sono volati gli stracci.

Presidente del Pro Patria Club accusato di aver insultato sui social i giocatori della Pro Patria, con successive scuse per aver citato un fatto non accaduto.

Inutile dire che la presenza della Presidente Patrizia Testa sarebbe stata del tutto utile per supportare il team. Il carisma della Presidente è sempre uno e unico e rinunciarvi in momenti come questi è sempre deleterio. Con un po' di fiuto si sarebbe potuto immaginare l'epilogo e una exit strategy sarebbe stata preferibile, al posto di una "exit" e basta avvenuta dopo lo zero- tre subito. 

Insomma, tutti vittima dell'irrazionalità propria di questi momenti che annebbia le idee, toglie lucidità e rischia di complicare le cose semplici, di trovare le risposte adeguate e di razionalizzare e riportare alla realtà la situazione.

Una realtà che è stata distorta prima ed è distorta adesso, questo la vera causa di quanto sta accadendo.

 Prima, perchè la Pro Patria è stata costruita come un'auto da rally, con un motore mille di cilindrata, come tutte quelle targate TT( Turotti-Testa). Questa auto ha corso per diverso tempo sul circuito di formula uno qualificandosi quasi sempre tra la prima fila e la seconda. Qualcuno si è illuso potesse vincere il gran premio e non il rally. La conseguenza? Motore tirato sempre al massimo e software di gestione della centralina elettrica sempre tarato per il massimo delle prestazioni. Tempi record in pista ottenuti con le gomme da rally, la carrozzeria da rally e la cilindrata da rally.

Col tempo, il motore ha iniziato a perdere colpi, le gomme hanno perso aderenza e la centralina elettrica, anzi nervosa, è andata in tilt. 

Risultato? Si è perso il gran premio, ma non il rally. Sei punti di distacco dalla quint'ultima posizione certificano che la posizione nella corsa della Pro Patria è del tutto in linea con quanto previsto al muretto box.

Questa auto è stata costruita al costo di una macchina da rally, non si chiama RedBull o Ferrari.

Questa macchina è targata Testa, ma non nasce per stare in testa. Sarebbe bello, piacerebbe a tutti. A tutti chi? Ai 690 spettatori presenti ieri? Troppo pochi per pensare alla Ferrari, bisogna accontentarsi della Lancia Delta.

Quindi, realtà distorta prima, ma anche realtà distorta adesso. 

Perchè se la cilindrata è da mille centimetri cubi, la velocità è quella di un monopattino e questo, al netto di tutte le giustificazioni, non è accettabile. 

Grave e preoccupante è sentire dire a Vezzoni ( continuiamo a pensare che era meglio stare zitti) che "noi ci mettiamo tutto l'impegno e l'energia", perchè se così fosse ci sarebbe un problema molto più grande di quello che si presuppone ci sia. Questa squadra ha quasi vinto il rally, ma ha tutte le qualità per piazzarsi bene nella classifica finale, evitando di diventare la squadra peggiore dell'era TT(Testa- Turotti). 

Sempre la Pro Patria ha centrato i playoff, persino nella disgraziata stagione dello scorso anno, quando per lunghi tratti è stata abbandonata a sè stessa da una vendita scellerata e con un allenatore davvero poco sincrono con usi, costumi e tradizioni della Pro Patria. Nonostante questo, è riuscita nell'impresa di passare il primo turno col il Lecco, poi fermata solo dalla una super Triestina.

Per cui, cari tigrotti, le scuse stanno a zero. Per fare andare la vacca nelle verze ne abbiamo sentite di cotte e di crude: non vogliono andare ai playoff( le altre volte si, quest'anno no, chissà perchè), non vogliono andare in serie B (meglio stare in C rinunciando a 7 milioni di contributi?), sono "per aria" perchè non sono stati rinnovati i contratti di qualcuno( perchè gli altri anni a Febbraio avevano tutti i contratti firmati?), non vanno d'accordo con l'allenatore ( perchè con Prina erano tutte rose e fiori e andavano tutte le sere al cinema insieme?) Tutte cazzate, direbbe qualcuno, o magari mezze verità, ci mancherebbe, ma che incidano in questo modo sulla performance della squadra si fatica a crederlo.

Finita la giusta incazzatura, adesso serve contestualizzare la situazione che dice : progetto in linea con gli obiettivi, manca un passo per centralo. Domenica arriva il Pordenone e qualcuno ha già preparato il funerale. Pordenone che all'andata ha vinto per sei a zero con la Pro Patria. Ops, sorry, ha pareggiato per due a due. Pordenone che col Novara, ossia con chi ha pareggiato con la Pro Patria nel turno precedente, ha vinto per quattro a uno. Ops, sorry, no, ci siamo sbagliati, ha perso per quattro a uno.

Perfetto, quindi un pareggio lo potrebbe fare anche con la Pro Patria? Certo che no se la Pro Patria fosse quella di ieri, sicuramente sì se i giocatori decidessero di riattaccare la spina, disinserita ormai da troppo tempo.

Giusto per sposare il populismo in forma positiva ci verrebbe da dire: cari pigrotti, volete il rinnovo di contratto? Volete andare in B tramite altre vie? Volete la riconferma alla Pro Patria? Volete essere prede ambite del mercato? Avete uno solo modo per centrare l'obiettivo e far capire se siete da formula uno o da rally,  se siete Verstappen o Latifi, se siete mille di cilindrata o cinquemila turbo. Con i fatti, non con le parole a fine partita come ieri. I tifosi preferiscono chi perde arrivando a fine partita senza fiato, piuttosto di chi ne ha ancora per parlare e far capire che si poteva dare di più.

Flavio Vergani







Sarebbe semplicemente ridicolo assegnare voti dopo una partita del genere. Una prestazione complessiva vergognosa che lascia senza parole e coinvolge tutta la squadra compreso chi è entrato nel secondo tempo, alcuni dei quali il solo fatto che abbiano toccato un pallone senza sbagliarlo costituisce una notizia.

Rimane la perla di Castelli che ha realizzato un goal da cineteca con una sforbiciata sogno di tutti i fotografi, rendiamogli atti di questa perla in un pomeriggio da dimenticare.

Qualche tempo fa ci si chiedeva se la città credeva nella promozione, ora la città si chiede se la squadra crede nella salvezza diretta, i playoff lasciamoli da parte perchè stanno sempre più costituendo un obiettivo defocalizzante su quello vero e reale del momento.

Flavio Vergani

Cola a picco la Pro Patria che perde per uno a quattro con l'AlbinoLeffe reduce da sette sconfitte consecutive.

Difficile commentare una partita non giocata dalla Pro Patria che è scesa in campo con dei fantasmi al posto di quei giocatori che tanto si erano fatti apprezzare nel passato. Una prestazione, o meglio un non prestazione, vergognosa, irrispettosa verso i propri tifosi, inaccettabile per i modi con i quali è stata affrontata.

Una squadra che non corre, non lotta, sempre seconda sulle seconde palle, tatticamente sconclusionata, guidata da un allenatore che per l'ennesima volta ricorre a massicci cambi tra il primo e secondo tempo che certificano gli errori commessi in sede di preparazione tattica della partita.

Ormai è una consuetudine assistere ad un tourbillon di giocatori tra una partita e l'altra o all'interno della partita stessa, quasi la Pro Patria disponesse di tutta questa profondità di qualità. In realtà, il tempo sta dicendo che la qualità non è eccelsa e che le motivazioni e la forma fisica sono stati i veri valori aggiunti della prima parte del campionato. Da capire il motivo di questa involuzione che tra l'altro colpisce giocatori finora ritenuti una garanzia per la squadra. Boffelli, per esempio, irriconoscibile rispetto a quello dello scorso anno e anche oggi bocciato da mister Vargas dopo il primo tempo. Pensate che per lui nel mercato di Gennaio si erano mosse squadre importanti ( Siena), per cui il valore è riconosciuto, ma la risposta sul campo totalmente assente. Perchè?

Bertoni è l'altra delusione del campionato, dopo un inizio difficile per l'infortunio che lo ha messo addirittura in discussione nel ruolo di titolare, dopo che mister Vargas gli aveva preferito Brignoli, non ha saputo reagire a questa rivalità interna, spegnendosi invece di accendersi. La prestazione di oggi è la peggiore mai vista in maglia biancoblu, ma anche in precedenza mai si è visto il miglior Bertoni. Perchè?

Piu, bomber che lo scorso anno aveva fatto la differenza, è la fotocopia in bianconero, unica punta di peso, dopo l'infortunio di Parker, ha subito un processo involuttivo preoccupante che lo tiene in panchina spesso e volentieri a favore di due pesi piuma come Stanzani e Castelli. Perchè?

Lo stesso Lombardoni oggi è apparso in grande difficoltà, Sportelli si è eclissato dopo le belle prestazioni dello scorso anno, così la difesa, da sempre marchio doc di questa squadra viene ridicolizzata dall' AlbinoLeffe che non è il Real Madrid. Perchè?

A fronte di partite da sette di taluni giocatori, leggasi Piran, ecco che gli stessi spariscono dai radar la volta successiva. Perchè?

Sarebbe bastato vedere la trasmissione "Biancoblu" su Rete 55 per sapere che il pericolo numero uno degli ospiti sarebbe stato l'esterno Zoma, un Latte Latth in versione povera, ossia forte nella corsa e nell'uno contro uno. Lo aveva precisato  persino Andrea Scalvi durante l'analisi della partita, per cui avrebbe dovuto essere cosa nota al mondo intero.

Ebbene, la contromossa è stata di mettergli di fronte Vezzoni che non ha proprio lo stesso passo. Raddoppi di marcatura? Chi sono costoro per una squadra che ha completamente perso lo smalto atletico di inizio torneo?

Dopo mezz'ora di gioco si era già sullo zero a tre per gli ospiti con abbandoni illustri dello stadio, visto che la Presidente Patrizia Testa decideva di lasciare sola la squadra lasciando lo "Speroni". Da capire se anche questa volta infastidita dai cori dello stadio che giustamente invitavano i giocatori  a dare di più, oppure dalla prestazione della squadra che stava tradendo la garanzie di professionalità e di massimo impegno certificate in occasione della precedente contestazione degli ultrà. Un abbandono che lascia perplessi, perchè quando la nave affonda, il Capitano dovrebbe essere l'ultimo ad abbandonarla, a  parte un' eccezione a tutti nota. L'eccezione che conferma la regola. Perchè?

Tanti perchè che non trovano risposta. A fine partita, si sono sentite rassicurazioni sul fatto che la squadra ci mette il cuore, detto da Vezzoni ai tifosi a fil di ramata, piuttosto che la squadra vuole a tutti i costi i playoff, ma nessuno ha ancora detto quali potrebbero essere la cause di questo tracollo che non può non avere degli indizi, dei colpevoli e delle responsabilità.

Ci si affanna a smentire le tesi degli altri, ma si fa poco per condividere le proprie lasciando di fatto spazio a quelle persino fantasiose che in assenza di contradditorio diventano prevalenti

La Presidente mette una mano sul fuoco a riguardo della professionalità dei giocatori e va bene. Vezzoni anche e va bene, tutti sono focalizzati sui playoff e va bene, ma intanto si scivola verso i playout, si fanno due punti in sette partite e si perde in maniera vergognosa con l'AlbinoLeffe in casa con la goleada come optional.

Individuati i non motivi di questa figura vergognosa, qualcuno potrebbe far sapere che cosa si è rotto in casa Pro Patria? 

Lo stesso Direttore Sandro Turotti, dopo l'altrettanto vergognosa prestazione di Trieste, aveva fatto sapere che dopo queste partite si sarebbero tirate le somme e presi provvedimenti. Tre partite con due punti all'attivo è il bilancio di questo mini trittico e domenica arriva il Pordenone.

Turotti aveva fatto presente che la Pro Patria di Trieste non poteva essere giustificata. Mister Vargas aveva fatto sapere che era scesa in campo senza cuore, per cui, parere comune non solo dei tifosi, per cui, si prenda atto di una realtà oggettiva e la si affronti alla radice.

Scendere in campo senza cuore con cosa fa rima ? Partite vergognose come quella odierna con cosa fanno rima?

Oggi, la prestazione è stata peggiorativa rispetto a Trieste per cui, qualcosa ancora qui non va. Il tempo per trovare una soluzione è agli sgoccioli per salvare una stagione che poteva essere incorniciata e che invece è stata devastata dalle prestazioni dell'ultimo mese, alcune davvero vergognose che non possono e non devono ripetersi nel futuro.

Flavio Vergani


 


AURORA PRO PATRIA 1919 – ALBINOLEFFE   1 – 4 (0 – 3)

Marcatori: 16′ p.t. Gusu (ALB), 28′ p.t. Manconi (ALB), 34′ p.t. Cocco (ALB); 25′ s.t. Castelli (PPA), 32′ s.t. Frosinini (ALB). 

 

AURORA PRO PATRIA 1919 (3-5-2): 1 Del Favero; 5 Molinari (20′ s.t. 32 Pitou), 19 Lombardoni, 13 Boffelli (1′ s.t. 2 Vaghi); 11 Vezzoni (1′ s.t. 21 Perotti) , 10 Nicco, 14 Bertoni, 25 Ferri (1′ s.t. 26 Chakir), 3 Ndrecka; 7 Stanzani (1′ s.t. 27 Piu), 30 Castelli.

A disposizione: 12 Mangano, 6 Sportelli, 15 Rossi, 17 Citterio, 18 Piran, 20 Gavioli. All. Vargas.

 

Albinoleffe (3-5-2): 22 Pagno; 33 Borghini, 26 Gelli, 4 Saltarelli; 16 Gusu, 14 Brentan (19′ s.t. 62 Frosinini), 40 Genevier, 30 Piccoli (33′ s.t. 99 Toma), 11 Zoma; 19 Cocco (1′ s.t. 17 Giorgione), 10 Manconi (36′ s.t. 8 Muzio).

A disposizione: 1 Pratelli, 38 Giroletti, 29 Rosso, 42 De Felice, 44 Ferri. All. Foscarini.

 

ARBITRO: Stefano Milone di Taurianova (Giacomo Bianchi della Sezione di Pistoia e Luca Capriuolo della Sezione di Bari. Quarto Ufficiale Vincenzo D’Ambrosio Giordano della Sezione di Collegno).

 

Angoli: 2 – 1.

Recupero: 3′ p.t. – 0′ s.t.

Ammoniti: Vezzoni (PPA); Frosini (ALB).

Note: Giornata mite e nuvolosa. Terreno di gioco in buone condizioni.








Match point per la Pro Patria che nel match di domani con l'AlbinoLeffe punta ad ottenere tre punti che di fatto consegnerebbe a mister Vargas il primo obiettivo del campionato, ossia la salvezza.
Un match perfetto per ottenere la vittoria, in considerazione del fatto che l'AlbinoLeffe è una squadra in caduta libera. Per i bergamaschi sette sconfitte consecutive che hanno causato un cambio di allenatore che non ha portato i frutti sperati. Fatale la cessione nel mercato di gennaio di tre big che hanno indebolito la squadra. Forse si sono fatti i conti senza l'oste pensando di essere già salvi, quando i giochi sembravano fatti.
Mai dire gatto se non ce l'hai nel sacco, vale per l'AlbinoLeffe e vale per la Pro Patria, che dopo essersi illusa di partecipare alla lotta per il salto di categoria e essersi convinta di avere almeno i playoff in tasca, si trova a lottare per evitare i playout.
La gara di domani è l'occasione perfetta per portare a termine la convalescenza iniziata con i pareggi col Novara e con la Juventus next generation, tornando a quella vittoria che manca da troppo temp.
Intanto,  i tigrotti Caprile e Pierozzi, hanno giocato da titolari nella nazionale italiana under 21. I due si sommano a Gatti, che la nazionale italiana l'ha già vestita. Un orgoglio, come detto da tutti, ma anche il rammarico di aver avuto in squadra questi campioni solo per poco e senza mai poter aspirare al salto di categoria che solo loro hanno fatto. Avere queste risorse e non poter competere per la promozione rende si orgogliosi, ma anche dispiaciuti per un progetto le cui ali sono tarpate di default.
Per ora i talenti vengono allevati in casa biancoblù e valorizzati dagli altri, bello sarebbe poterne disporre in un programma di sviluppo ambizioso supportato dalla città e da nuovi investitori che troverebbero a Busto il meglio sotto tutti i punti di vista. Ossia , una società sana con un Direttore Sportivo che fa miracoli ogni anno con l'acqua nemmeno santa e una tifoseria da risvegliare, ma pronta ad accorrere allo "Speroni" nel caso dovesse materializzarsi quel sogno solo sfiorato nel 2009.
Flavio Vergani

 




Torna in edicola il "Tigrottino" che racconta fatti e numeri della Pro Patria.
La Macchi(na) tecnica racconta della trasferta in quel di Alessandria per il match contro la "squadra di plastica" bianconera in un mezzogiorno della domenica illuminato dal goal di Pitou. Lo statistica Andrea Scalvi mette l'accento sulla sterilità dell'attacco biancoblu, penultimo in classifica, ma anche al miglior quinto posto della difesa bustocca. Il calcio è strano, la Feralpi Salò con un paio di goal fatti  più dei tigrotti (terz'ultimo attacco del girone) è prima in classifica.
Buona lettura



 In Paradiso, da qualche tempo, sventolano due bandiere: quella del Milan e quella della Pro Patria.

E' Simona Maino, l'amica di tutti i tifosi della Pro Patria, che ci guarda da lassù che fa il tifo non solo per i biancoblu.

Chissà come si divertirà vedendo quanto accadrà il 14 e 21 Aprile al Pro Patria Club durante il Torneo di CalcioBalilla a lei intitolato.

Il costo di iscrizione è di 15 euro, il torneo è aperto a tutti, a chi sa giocare bene e a chi ha giocato solo all'oratorio, oppure al bar, quando si metteva il fazzoletto dentro la porta per non far cadere la pallina, oppure il cento lire tra la leva e la fine corsa della stessa per tenere aperto il canale di rifornimento delle palline.

Un modo per stare insieme parlando di Pro Patria e sorridendo con lo sguardo verso il cielo per incontrare il sorriso di Simona, troppo presto strappato ai nostri occhi da un destino baro e crudele.

Vi aspettiamo tutti!

Pro Patria Club

 


I vento aveva tentato di strappare il ricordo di Andrea Cecotti, ci è riuscito solo strappando lo striscione a lui dedicato.

Pro Patria Club, Tigrotto e Ultrà non l'hanno data vinta al vento e hanno rifatto ex novo uno striscione bellissimo, perchè un ricordo è per sempre e nemmeno il vento lo può portare via.



Giovanni Pellegatta, "The Presdident, scruta tra le pieghe delle motivazioni che hanno diminuito le presenza allo stadio e la fatal Padova è ancora un incubo che pesa. Intanto, il Club si prepara al grande evento di Luglio con l'official announcement delle date della kermesse.
Flavio Vergani


Mauro De Bernardi, public relation man del Pro Patria Club, analizza il campionato della Pro Patria che ha il sapore dolce amaro di chi ha sognato per poi tornare alla realtà.
Flavio Vergani

 Mi affaccio alla finestra delle illusioni e come da definizione mi ritrovo solo ad immaginare quello che avrebbe potuto essere ed al contrario a verificare che é più meraviglioso sognare che ritornare a costituire quota parte di una realtà anche se pur figlia di una logica inconfutabile e prevedibile anche a livello progettuale.

La razionalità, elemento determinante della psiche umana ed assoluto confine da non valicare onde evitare pericolosi salti nel vuoto, alcune volte penalizza fantasia e creatività, azzerando dall'origine i tentativi della nostra mente di creare scenari dove indugiare con lo sguardo attingendo attimi di piacere e soddisfazione.

E' in questo modo che, trasponendo i concetti sul piano sportivo, ho vissuto l'ultimo periodo delle storie di campo della nostra squadra, incredulo talvolta e visceralmente coinvolto in taluni momenti, distillato in una altalena di emozioni contrastanti così importanti tanto da farmi sorgere dubbi e pormi il quesito in relazione alle vicende a cui sono partecipe, anche solo da tifoso ed osservatore, ritenendole solo frammenti di un film in seconda visione o di una fiction in presa diretta?

Da testimone esterno che non è in contatto diretto con lo spogliatoio né con i vertici operativi sembra quasi di trovarci in un limbo di transizione dove il "vorrei fare" non riesce a coniugarsi con il "riesco a fare" per cause che, solo navigando sulle onde magnetiche dei protagonisti e conoscendo a fondo anche la capacità e la esplosività residua del tono muscolare, quando si é giunti quasi alla fine della stagione, potrebbero essere rivelate con contorni attendibili.

E' evidente che alcune prestazioni e cali di efficienza performante sono fisiologicamente comprensibili, considerando anche  le molteplici interruzioni nell'attività di molti attori a seguito di noti problemi muscolari che hanno spesso interrotto la continuità di utilizzo, costringendo alcuni a sessioni straordinarie che hanno condizionato il rendimento dei singoli, ma é oltremodo giustificabile che da tifoso vorrei assistere sempre a prove convincenti che abbiano come risultato il prevalere sulla squadra avversaria.

Una dimostrazione tangibile é desunta da quanto avvenuto in occasione della partita con il Novara, compagine rivelatasi nell'occasione per nulla trascendentale in termini di tecnica e sviluppo di gioco, solamente abbastanza ordinata e puntigliosamente pronta ad alzare le linee anche se con il rischio di lasciare molto spazio dietro la terna di centrali, con la possibilità di poter offendere in termini di ripartenza trovandoci davanti all'estremo difensore ospite da soli (vero Piu!).

Infatti si é assistito, dopo una prima frazione di gioco dove il vantaggio era stato assolutamente giustificato, ad una ripresa dove gli avversari hanno preso possesso del centrocampo con continuità costringendoci sempre più ad una difesa troppo bassa che ha avuto come logica conseguenza la rete del pareggio, amaro sicuramente ma in fondo da riconoscere come equo.

A distanza di pochi giorni siamo stati testimoni del confronto, programmato in orario più adatto a due spaghetti aglio ed olio anziché ad una contesa su un tappeto verde, con la Juventus d'esportazione, camaleontico ed umorale organico, deformato spesso nella formazione schierata dalle esigenze derivate dai richiami in prima squadra e quindi di difficile interpretazione da parte di chi deve preparare la partita.

Malgrado la nostra quasi cronica capacità di subire, specialmente nella fase di prima gestione degli incontri, una rete che in questa occasione si è rivelata anche di pregevole fattura, ho apprezzato lo spirito di reazione del gruppo molto intenso, con una determinazione ed una cattiveria agonistica ritrovata che ha portato spesso a conclusioni pericolose a rete, vanificate anche dalle solite decisioni arbitrali (off-side di cui uno almeno molto dubbio) e a corredo montanti della porta non disponibili a premiare le nostre finalizzazioni.

Innegabile nel corso di una prova con una espressione di notevole pressione di gioco e densità di reparto dover concedere qualche occasione agli avversari negli spazi non presidiati e quindi apprezzare in modo particolare la prestazione del nostro estremo difensore che, in qualità di ex, ha dimostrato quanto la sua acquisizione sia stata spesso determinante per blindare la nostra porta.

Non poteva quindi la partita terminare con l'ennesima beffa di risultato e il dr Fato ha voluto ancora una volta condizionare l'esito proponendo una amnesia di circostanza tra due attori in bianconero beffati dal nostro JP32 in occasione dello strameritato pareggio allo scadere.

Il segnale di coesione stavolta é stato evidente, onde smentire le solite voci di cassandre in libera uscita pronte ad emettere vaticini di tempesta, ed il cerchio esibito a fine incontro nel centro del campo, anche se non una novità sul palcoscenico biancoblù, ha trasmesso a tutti noi il messaggio che in fondo ci attendavamo. ( ndr- da non dimenticare l'abbraccio di Nicco dopo il gol al Novara al nostro mister!!)

Siamo sempre come deve essere non completamente soddisfatti ma la classifica, malgrado la nostra lunga parentesi di astinenza punti, é ancora molto compressa e quindi perché non ritornare a guardare verso l'alto per "riveder le stelle"?

Sandro Lupidi

 La Juventus Next Generation è una squadra di Torino che gioca ad Alessandria. Il suo nome cambia spesso come spesso cambiano le sue formazioni.

Lo scorso anno si chiamava under 23, oggi Next Generation. Dovrebbe schierare giocatori giovani sotto i 23 anni, ma spesso schiera degli over. L'animale alla quale viene accostata è la zebra, ma meglio sarebbe il camaleonte vista la sua capacità di trasformarsi da squadra fortissima a squadra debolissima in base alle convocazioni di Mister Allegri, ossia della prima squadra che pesca a volte si e a volte no da questa formazione. Se la incontri ai playoff, quando il campionato di serie A è terminato, diventa fortissima, per il resto della stagione trattasi di una sorpresa, un po' come l'uovo di Pasqua.

Mister Vargas, nella conferenza stampa di ieri, ha fatto sapere che " se rispetta le regole e nessuno dice niente, va bene così. Come dargli torto, da capire è il ruolo , il coraggio e la capacità di incidere dei Presidenti e delle Presidenti consiglieri/e di Lega che accettano sempre e comunque tutto senza battere giglio, nonostante questo sia un esempio clamoroso di non rispetto della par conditio e della regolarità del campionato.

Consiglieri muti e allineati anche nell'accettare partite alle 12,30 della domenica, un vero insulto per i tifosi e per la visibilità della categoria. Oggi, tra stadio vuoto o quasi ( a parte i nostri soliti tifosi presenti in buon numero e chiassosi sul finale), flemma del telecronista di Eleven Sport che ha fatto addormentare anche chi soffre di insonnia cronica e sfondo dell'immagine con spalti completamente vuoti, si è assistito alla morte del calcio, quello fatto di passione, cori, urla, colori e calore.

Se a voi va bene così, poi non reclamate per gli stadi vuoti o menate del genere. Punto.

In campo, la Juventus ha segnato, la Pro Patria ha fatto tutto il resto e per poco finiva male. Solo al 90esimo il giovane Pitou pareggiava una partita dai goal annullati per fuorigioco. Due per la Pro Patria e uno per la Juventus, ma quello di Vezzoni della Pro Patria è parso del tutto regolare in prima battuta. Se così fosse sarebbe un altro esempio per rimpolpare il faldone di torti arbitrali subiti che sarebbe il caso di presentare nelle sedi competenti.

I bianconeri sono andati in vantaggio grazie ad un goal di Compagnon e poi si sono ritirati nel guscio lasciando ai tigrotti il compito di giocare la partita. Diverse occasioni da rete mancate per un capello, un palo e qualche altra occasione sfumata per un niente, stavano consegnando alla Pro Patria la quinta sconfitta in sei partite. San Del Favero diceva no a Compagnon che si è presentato a tu per tu con l'ex portiere bianconero, ma il numero uno tigrotto lo ipnotizzava e teneva in gara la Pro Patria. Altra perla di una partita super della nostra saracinesca che potrà avere qualche incertezza nelle palle alte, ma in tutto il resto è sempre determinante nell'indirizzare le partite.

 Poi, al novantaduesimo il gollonzo di Pitou. Palla facile verso il portiere locale protetta da un difensore, i due si guardano e partono i complimenti: prego, prendila tu, ma figurati, prendila tu. Pitou assiste allo scambio di complimenti tra i due e alla fine approfitta del "prego si accomodi" e la mette in fondo al sacco pareggiando la partita. 

Un punto che avvicina la Pro Patria alla salvezza, ora, secondo i calcoli di Mister Vargas, ne mancano due e l'arrivo a Busto del sempre più deludente AlbinoLeffe è l'assist perfetto per chiudere la pratica e pensare ad altro.

JUVENTUS NEXT GEN – AURORA PRO PATRIA 1919    1 – 1  (1 – 0)

Marcatori: 34′ p.t. Compagnon (JUV); 47′ s.t. Pitou (PPA).

 

JUVENTUS NEXT GEN (3-5-2): 12 Raina; 6 Riccio, 13 Poli, 42 Huijsen; 30 Sersanti, 8 Nonge (12′ s.t. 40 Yildiz), 17 Bonetti (12′ s.t. 2 Savona), 27 Besaggio, 11 Cudrig; 10 Compagnon, 25 Cerri (12′ s.t. 9 Da Graca).

A disposizione: 36 Vinarcik, 44 Fuscaldo, 4 Muharemovic, 5 Nzouango Biken, 19 Cotter, 21 Lipari. All. Brambilla.

 

AURORA PRO PATRIA 1919 (3-5-2): 1 Del Favero; 6 Sportelli, 16 Fietta, 13 Boffelli; 21 Perotti (31′ s.t. 32 Pitou), 10 Nicco (25′ s.t. 25 Ferri), 14 Bertoni, 11 Vezzoni, 18 Piran (31′ s.t. 20 Gavioli), 7 Stanzani (25′ s.t. 30 Castelli), 27 Piu (25′ s.t. 26 Chakir).

A disposizione: 12 Mangano, 2 Vaghi, 5 Molinari, 17 Citterio, 19 Lombardoni. All. Vargas.

 

ARBITRO: Alfredo Iannello di Messina (Andrea Barcherini della Sezione di Terni e Elia Tini Brunozzi della Sezione di Foligno. Quarto Ufficiale Pietro Campazzo della Sezione di Genova).

 

Angoli: 3 – 5.

Recupero: 2′ p.t. – 4′ s.t.

Ammoniti: Sersanti (JUV); Boffelli, Castelli (PPA).

Note: Giornata mite e serena. Terreno di gioco in discrete condizioni.



 Vola il Sud Tirol degli ex Casiraghi e Zaro che vede sempre più vicino il sogno serie A. Nella gara di ieri, doppietta del centrale difensivo, ex Pro Patria, che arriva a quota cinque reti. Davvero una bella soddisfazione per il ragazzo del nostro vivaio che sta salendo sempre più in alto nel mondo del calcio.

Cinque reti in serie B per un centrale difensivo sono tanta roba, ma Giovanni Zaro è da sempre tanta roba.

Bravo Giovanni!

Flavio Vergani



Il giorno dopo la partita sarebbe tempo di analisi a mente fredda, la lasciamo volentieri ad Andrea Macchi per una (per ora) istintiva divisione dei compiti, in attesa di quello che potrebbe essere il futuro, quando il coordinamento potrebbe ampliarsi e non coniugarsi solo alla voce trasferte.
Poi. il nostro Sandro Lupidi, se si sentirà in forma e avrà l'estro dell'artista, completerà l'opera con un editoriale di analisi del momento tigrotto.
Assegnate le marcature, possiamo giocare a schema libero e parlare un po' di tutto e un po' di niente.
Il titolo del tema è dedicato ai luoghi comuni, ai falsi miti e alle mezze verità. Ossia, il mondo perfetto indicato dai comunicatori d.o.c che suggeriscono di buttarla in caciarra quando non si ha niente da dire e allora proviamoci e vediamo cosa succede.

I CORIANDOLI STANNO AL CARNEVALE, COME LA CONTESTAZIONE AL CALCIO.
Il primo luogo comune, anzi i primi due, sono un inno alla normalità, per cui inutile sorprendersi o rattristarsi oltre modo. Gli ultrà hanno manifestato il loro disappunto come succede dai tempi di Adamo ed Eva presidenti dell'Eden, come è successo ieri sera e come succederà in futuro. Certamente nessuno di loro ha messo in discussione la professionalità e la serietà della squadra, ma solo le ultime deludenti partite e soprattutto la sconfitta di Trieste, quando la squadra è scesa in campo "senza cuore", parole di Mister Vargas, non degli Ultrà. Una squadra che scende in campo senza cuore, a parere del suo allenatore, non è certamente da applaudire, ma da stimolare e spesso il fine giustifica il mezzo, ammesso che tale mezzo rimanga nella civiltà e nelle legalità, come accaduto ieri.
 Il mancato saluto finale della squadra alla curva in quel di Trieste sembrerebbe essere stato il secondo poco gradito schiaffo alla curva in una giornata passata in auto per sciropparsi oltre 800 chilometri, con rientro in orario ben oltre quello nel quale ieri è andata in scena la contestazione. Giusto non contestare nel dinner time, ma nemmeno non considerare chi è tornato cornuto e mazziato nel night time.
Aver speso soldi, tempo e vita per non vedere la Pro Patria scendere in campo non può non essere presa in considerazione nella tesi difensiva di quanto accaduto ieri.
Già i tifosi sono pochi, quei pochi bisogna tenerseli stretti anche se a volte lamentosi e altre coriandolosi.

PARTITE INFRASETTIMANALI UGUALE MENO PUBBLICO
Ma dove? Ma quando? Le partite infrasettimanali della Pro Patria hanno sempre garantito più pubblico o al limite mai meno rispetto a quelle festive. Sembrerebbe emergere un trend, direbbero nei marketing di aziende serie, ossia che la Pro Patria non è la priorità delle persone durante il week end, ma diventa interessante alternativa durante la settimana. Ieri 829 spettatori che non sono tanti, ma comunque un buon numero per un mercoledì alle 18. Quasi quasi...

L'IMPIANTO AUDIO DELLO STADIO ADESSO FUNZIONA
Ma dove? Ma quando? Chi si era illuso che gli interventi artigianali e raffazzonati tentati dal solito gruppo di volontari, che da sempre sa che è meglio il piuttosto che il niente e che far da sè, fa per tre, è miseramente naufragato. Così, lo speaker esce prima dall'ufficio per parlare nel microfono e la gente lo sfancula perchè come sempre, come da sempre e sembrerebbe a questo punto per sempre, non si sente una cippa nei popolari, anche chiamati distinti coperti, mentre in tribuna la frequenza di ascolto è pari a quello del ciclo mestruale di una donna in menopausa. La Cinzia barbotta, il Lupidi scuote la testa, i giornalisti ospiti fanno sapere che non si sente. Per loro è una novità che vorrebbero segnalare, per noi una triste consuetudine che fa solo vergognare.
Busto città europea dello sport la senti questa voce? Noi no! E allora...come faceva questo coro? Come finiva?

NDREKA NON HA UN SOSTITUTO
Nessuno ha la sua corsa, nessuno la sua tecnica, Ndreka è insostituibile, su questo non ci sono dubbi. Ma quando? Ma dove? Si, certamente le doti del fluidificante ex Lazio sono notevoli, ma ci sono anche sostituzioni qualitativamente diverse in grado di garantire lo stesso risultato. Come per esempio, quelle di un certo Piran, prodotto del settore giovanile bustocco, che fa meno figo di dire di quello della Lazio, ma ugualmente concreto e apprezzabile che tira fuori la partita perfetta condita da qualche dribbling non fatto sulla corsa, ma da fermo e questo vale molto di più. Ci siamo intesi?

NICCO NON HA UN SOSTITUTO
Tutti lo hanno pensato, tranne mister Vargas che si è inventato un Vezzoni sontuoso, rubo il termine ad Alessandro Bianchi perchè quando "ce vò ce vò". Osservazione dal pubblico: ma scusa, ieri non ha giocato al posto di Nicco. Appunto e si è visto! 

UN GOAL VALE SEMPRE UNO
Chi lo ha detto?Il goal di ieri realizzato da Nicco racchiude tre preziosità. La prima brilla nell'azione che ha portato al tiro il centrocampista bustocco. Uno scambio tra Castelli e Stanzani in velocità e in prima battuta. Il secondo è stato il tiro chirurgico di Nicco che ha centrato il palo e poi la porta e la terza quell'abbraccio tra lo stesso Nicco e Vargas, Un abbraccio forte, ricco di significati, pieno di gioia davvero bello a vedersi. Peccato che tutti gli altri non lo abbiano imitato. Sarebbe stata un'occasione unica per rispondere alle domande silenziose raccolte in un paese piccolo nel quale la gente mormora.

LO STADIO FA SCHIFO
E' vero i posteggi non ci sono, ha ragione il Brazzelli Lualdi quando dice che ieri pure la strada era chiusa per lavori e i disagi tanti, i servizi non hanno un pezzo di sapone per lavarsi le mani in tempo di Covid, il Museo della Pro Patria meriterebbe ben altra location, ma lo special guest Francesco Facchinetti, uno che di cose belle si intende, la prima cosa che ci ha detto è stata: "Che bello questo stadio". Non aveva motivo per farlo, nemmeno ha risposto a precisa domanda, è stata solo una sensazione spontanea che ha voluto condividere naturalmente. Ha visto il bicchiere mezzo pieno anche sulla presenza di pubblico, qui si che la domanda è stata precisa ( poca gente pero?), lui ha risposto :"beh no dai, per essere la serie C in giorno feriale, c'è un buon pubblico". Insomma, non proprio così male come sembrerebbe.

VHUTAJ SEGNA SOLO IN SERIE D, IL NOVARA NON PAREGGIA MAI IN TRASFERTA
Falsi miti e mezze verità spazzate vie in un solo colpo quando il centravanti novarese, tornato all'ovile dopo l'esperienza negativa di Foggia, ha centrato la porta di Del Favero e portato sul pareggio il Novara che in trasferta non aveva mai pareggiato. Adesso troviamone una anche per noi, tipo la Pro Patria ad Alessandria contro la Juventus Next Generation non ha mai vinto.

Flavio Vergani





 Special guest allo "Speroni" che ha ospitato Francesco Facchinetti, figlio del leader dei Pooh Roby Facchinetti, più noto con il nome d' arte Dj Francesco.

Ha guardato tutta la partita vicino alla "ramata" sotto la tribuna laterale e con lui abbiamo scambiato due parole a fine match.

Benvenuto allo "Speroni" Francesco, che partita hai visto?

Innanzitutto, ti dico che questo è davvero un bello stadio, so che siete stati in serie A, mi piace molto. La partita è terminata in parità e credo sia un risultato giusto. Pro Patria troppo rinunciataria nel secondo tempo, solo un fuorigioco a favore e questo vuol dire che è stata troppo bassa. Nel Novara ci sono due ottimi giocatori Vhutai e Gonzales che fanno la differenza.

Come mai a Busto?

Sono con amici, conosciamo tutti Ferri, per cui siamo qui per lui.

Quale è la squadra del tuo cuore?

Sono interista da sempre.

Flavio Vergani

Fine gara movimentato allo "Speroni" per una contestazione degli Ultrà bustocchi che hanno chiesto informazioni a Fietta e a Mister Vargas sul perchè la squadra abbia rallentato vistosamente la sua performance in queste ultime settimane. La Presidente Patrizia Testa non ha gradito e lo ha fatto sapere in sala stampa.
Flavio Vergani

 DEL FAVERO: 6

Per il "Brambilla" poteva fare qualcosa in più in occasione del goal, per altri no. Nel dubbio, sufficienza piena.

MOLINARI 5,5

"Sambuca" qualcuna la buca

LOMBARDONI: 6,5

Alla ricerca di sè stesso fisicamente, per fortuna

SAPORETTI: 5,5

Non nelle migliori condizioni fisiche, in apparenza e in realtà.

VEZZONI: 6

Dopo averlo visto dove lo abbiamo visto, anche il Lupidi si chiede cosa ci faceva da un'altra parte.

NICCO: 7,5

Solito punto in più per il goal che suggella una buona prestazione. L'abbraccio a mister Vargas in occasione del goal ha il suo perchè.

BERTONI: 6

Fa il compitino senza prendersi troppi rischi e senza regalare l'effetto "wow"

FERRI: 6+

Buona partita di intensità e qualche colpo pregevole

PIRAN: 7

The man of the match, fa sapere in sala stampa che quello ricoperto oggi non è il suo ruolo preferito. Per fortuna! La sua partita è stata perfetta e nessuno ha rimpianto Ndreka e questa è tanta roba.

STANZANI: 6+

Protagonista dell'assist, impegno e corsa non mancano.

CASTELLI: 6-

Un buon inizio, una brutta fine

MISTER VARGAS: 6

Fa quello che può con quello che ha. E' un allenatore, non un mago.


Brodino ricostituente per la Pro Patria che dopo quattro giornate di digiuno torna a gustare il sapore di un punto per il pareggio con il Novara.

Un pareggio annunciato. Da chi, direte voi. Dallo statistico Andrea Scalvi che sul Tigrottino aveva fatto notare che il Novara non aveva mai pareggiato in trasferta Detto e fatto.

Vantaggio tigrotto con un'azione da manuale condotta da Castelli e Stanzani poi finalizzata da Nicco che dava speranza ai tigrotti.

Nel secondo tempo cambiava lo scenario, il Novara metteva in campo la fanteria pesante, frutto della sua recente campagna di rinforzo che ha riportato in azzuro il bomber  DardanVhutai, che dopo aver trascinato  il Novara dalla serie D alla serie C, ha lasciato Foggia per dare una mano alla sua ex squadra che lo aveva lanciato nel calcio che conta.

E' proprio lui che pareggiava il match ad un paio di minuti dal termine suggellando un risultato giusto.

La Pro Patria nel secondo tempo ha retto con difficoltà le minacce piemontesi, anche per la perdita dei centrali difensivi Saporetti e Lombardoni, il primo vittima dell'ennesimo infortunio di stagione. 

Risultato che tiene i tigrotti a sette punti dalla zona playout, ossia dall'obiettivo unico raggiungibile da una squadra costruita con il budget più basso del girone o comunque tra i più bassi. Quindi, squadra perfettamente allineata con gli obiettivi stagionali, anche se la percezione dell'ambiente viene pesantemente condizionata da quello che per qualcuno avrebbe dovuto essere, quando in realtà sarebbe meglio dire quello che non avrebbe potuto essere.

Gli ultrà non hanno gradito la prestazione e dopo caldi inviti rivolti ai giocatori di tirare fuori gli attributi, hanno convocato Mister Vargas, Fietta che accompagnati dalla Presidente Patrizia Testa, hanno ascoltato le rimostranze della curva. Episodio che ha indispettito la stessa Patrizia Testa che in sala stampa ha fatto sapere di non accettare questo tipo di contestazione.

Flavio Vergani

 Siamo costretti a palesare quasi un certo imbarazzo nel tentativo di commentare e di conseguenza giudicare le ultime prestazioni inspiegabili nell'approccio alla partita, censurabili nella misura dei risultati, talvolta senza un senso logico nello sviluppo delle situazioni di gioco.

Una frettolosa analisi condurrebbe a constatare come motivazione primaria quella di una mancata connessione cerebrale immediata al fischio di inizio del direttore di gara, come se fossimo rimasti ancora nella fase di preparazione dell'incontro elaborando strategie future dimenticando di applicarle essendo già nella condizione esecutiva.

Siamo costretti a certificare il crollo delle certezze che ci avevano sostenuto fino ad ieri, dinanzi ad una situazione mentale inattesa con la conseguenza del ritorno della anemia realizzativa che oggi sembra avere i connotati della irreversibilità associata ad una permeabilità difensiva diventata campo di conquista da parte dei nostri competitori.

Ci siamo misurati con organici assolutamente non certo superiori in termini di qualità tecniche e tuttavia, molto spesso, abbiamo subito la pressione costante in tutte le zone di campo senza poter creare presupposti per una reazione che potesse costituire un pericolo concreto per le difese delle squadre avversarie di turno.

Pertanto a cosa attribuire questa incapacità di offendere in maniera pungente ritornando ad esprimere altresì anche quella compattezza tra le linee che ci aveva caratterizzato nel periodo antecedente a questa fase opaca ?

Una risposta per la quale mi assumo la responsabilità, corredata dal desiderio di una immediata smentita da parte dei ragazzi, potrebbe essere quella di un rilassamento psicologico con azzeramento delle motivazioni, avendo raggiunto con congruo anticipo la quota di punti, quasi garanzia dei programmi di partenza della società.

Quando la realtà ha proposto incontri con componenti di organici alla ricerca disperata di punti per evitare zone a rischio, la voglia di reazione si é trasformata in un cortocircuito mentale con smarrimento di una logica organizzazione di squadra e sfilacciamento dei reparti, con concessione di ampie zone di manovra da parte delle azioni offensive dei nostri antagonisti.

Occorre certamente a questo punto riannodare le fila e ricomporre l'unità di gruppo in vista dei prossimi scontri, determinanti sotto tutti gli aspetti, anche perché é insolito rubricare dichiarazioni esplicite da parte di un uomo come il nostro DS Sandro Turotti, persona dalle riconosciute doti di misura e comunicativa essenziale, con dimostrazione concreta della sua palese insoddisfazione, simbolo di una pazienza ormai esaurita.

Il derby del Ticino ritengo sia psicologicamente corroborante per dare quel segnale di reazione che tutti noi ci attendiamo, stimolando quel senso di sana cattiveria agonistica, con intelligente disposizione della squadra sin dal primo minuto e conseguente organizzazione di una pressione immediata sulle fonti di gioco dei nostri storici rivali e usando il possesso di palla non solo come impedimento ai tentativi di attacco degli antagonisti ma soprattutto base per le iniziative di proposizione offensiva e movimenti conseguenti da parte delle nostre punte.

Niente più alibi : occorre da ora in poi dimostrare quanto valiamo e ritornare a respirare quell'aria che ora ci manca molto !

Siamo sempre con Voi perché BIANCOBLU'  si nasce e non si diventa !

Sandro Lupidi


 


In occasione del match con il Novara, previsto per domani alle 18, il Tigrottino esce solo in edizione digitale.

Un privilegio per i nostri lettori che potranno disporre di un numero unico ed esclusivo.

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Calma e gesso. La situazione attuale della Pro Patria necessita di analisi a 360 gradi, di valutazione razionale e non istintiva e di capacità di lettura del presente rapportato al passato. I freni a mano tirati, i motori fusi e il no grazie sono folclore, cabaret di periferia, leggende metropolitane.

Se un tifoso della Pro Patria rientrasse oggi da un periodo di lontananza passato nelle isole Kurili, dove non esiste il wireless e quindi i social e chiederebbe la posizione della Pro Patria, dovremmo rispondergli : nono posto a otto punti dalla zona playout a sette giornate dalla fine. La sua reazione sarebbe senza alcun dubbio la seguente: "Però, ottimo, complimenti, un altro anno tranquillo con un budget tra i più bassi della categoria e una presenza di giovani tra le più alte".

Lui non ha visto quello che è successo prima, noi si.

Cosa è successo? Tante cose che messe insieme hanno fatto la differenza e spinto la squadra ad altezze da nessuno preventivate.

Partiamo dal portiere Del Favero e ricordiamo i veri e propri miracoli compiuti ad inizio campionato che hanno permesso vittoria su campi minati come quello di Salò (che rispetterà la tradizione di chi perdendo con la Pro Patria, poi vola in serie B). Ora, il rendimento è tornato standard.

Continuiamo sul valore di un centrocampo che ha avuto picchi di rendimento inaspettati da Brignoli, da Fietta e da Vezzoni. Ora, infortuni per il giovane argentino e per Brignoli, età per il centrocampista hanno riportato il rendimento extra quality a normal quality, anche considerando l'appannamento post infortunio di Nicco e un Bertoni che viaggia sotto standard rispetto al passato.

Passiamo all'attacco, Castelli e Stanzani hanno concentrato in una parte della stagione la vendemmia che in genere garantivano o forse nemmeno tutta in un intero campionato. Oggi la Pro Patria è il secondo peggior attacco del girone con trentuno reti, seguita solo dalla Triestina a ventitrè, mentre è la miglior sesta difesa del girone con trentaquattro reti subite. Niente di diverso dal solito, ma con questi numeri la posizione in classifica diventa la solita, la conseguenza automatica, ossia il solito nono posto.

Nulla di diverso dal solito, diversa è stata la prima parte del torneo che è stata un'eccezione rispetto alla qualità media della squadra che ha goduto di picchi di rendimento che hanno saputo mascherare le assenze e far percepire un potenziale assolutamente non nelle corde della cilindrata di una squadra costruita come sempre e con gli obiettivi di sempre.

Che poi sarebbe stato diverso essere dove siamo con vittorie e sconfitte più cadenzate e non concentrate senza dubbio sarebbe stato diverso e la valutazione meno preoccupante e impattante.

 Il filotto di sconfitte ha dato fiato ai complottisti che evidentemente credevano veramente che Gesù è morto di freddo, visto che hanno scambiato il potenziale di una squadra nata per salvarsi con quello per andare in serie B. Una squadra così forte e pronta al salto di categoria che si sarebbe dovuto imbrigliarla per evitare la promozione.

Settimana scorsa, un dirigente della Pro Sesto rispondeva alla domanda: ma voi, avete intenzione davvero di andare in serie B? Risposta testuale: "Chi non lo farebbe? In caso di promozione si avrebbero 6 milioni di contributi e in caso di successiva retrocessione un milione di paracadute. Basta fare una squadra con budget da  sette milioni e se vedere cosa accade. Male che vada retrocederemo, ma un anno in B ce lo faremmo". Per cui, torniamo con i piedi per terra, constatiamo che metà dell'opera è stata fatta e che serve ripartire dalla nostra dimensione per consolidarla e centrare l'obiettivo. Poi, quel che è stato è stato, chissà mai che con i rientri degli infortunati e con la ripresa psico-fisica di qualche giocatore in questo momento appannato, nel playoff si possa tirare uno scherzetto a qualche big. la Pro Sesto per esempio, che non ha capito che per vincere il campionato occorre perdere almeno una volta con la Pro Patria. Vincere entrambe le volte è come scavarsi la fossa.

Anomala normalità o normale anomalia? Senza dubbio la prima che ci ha permesso di sognare per un po', ma adesso che siamo svegli evitiamo di costruirci incubi inutili e scenari fantascientifici che offendo la competenza di chi compete e l'onesta intellettuali degli onesti. Ossia, di chi viene allo stadio e vede, che non è uguale a non venire e parlare.

Mercoledì, alle 18, arriva il Novara, la migliore delle occasioni per tornare a ruggire.

Flavio Vergani

Dopo Pergolettese, Virtus Verona e Pro Sesto è la penultima della classe ad approfittare del prolungato blackout dei tigrotti matandoli senza eccessiva fatica. Tabellino dei biancoblu completamente intonso di occasioni da rete, quasi che su quel pullman, tanto temuto da mister Vargas per la quattro ore e mezzo di viaggio, non fossero saliti i giocatori della Pro Patria, ma le loro controfigure. D'altra parte, la modalità "ghost"è stata inserita ormai da quattro partite, facendo andare a picco il rendimento della squadra.

Dal sogno di vertice al rischio di non partecipare ai playoff nemmeno da decimi. Sarebbe un vero e proprio fallimento, perchè questa squadra aveva dimostrato nel passato di valere abbondantemente i playoff. Pensare di cavarsela a buon mercato dicendo che l'obiettivo stagionale era la salvezza per cui quello è l'obiettivo è francamente una scorciatoia per sfuggire ad una realtà che merita un'analisi ben più approfondita.

L'encefalogramma è piatto, chiunque giochi e contro chiunque si giochi. Si sono perse quattro partite con squadre non trascendentali e, tranne una, in posizioni di classifica peggiori rispetto ai tigrotti.

Il ritornello delle assenze non può e non deve giustificare niente e nessuno, le assenze ci sono sempre state ma i risultati erano diversi.

Giusto chiedersi, come ha fatto mister Vargas, se la città crede in questa squadra, ma anche se questa squadra crede in sè stessa e quali sono i motivi per i quali ha smesso di farlo.

Una squadra che perde tre partite di fila, sconfitte alcune troppo protette e giustificate da arbitraggi discutibili, dovrebbe generare una reazione forte, intensa, che oggi non si è vista. 

In campo solo giocatori abulici che avrebbero perso non solo con l'ultima in classifica, ma anche con l'ultima, con chiunque.

Una delusione senza fine per una stagione che doveva essere incorniciata e che invece sta scivolando verso un finale davvero inaspettato che, dopo il record di punti raggiunto nel girone di andata, potrebbe far registrare quello negativo di sempre.

Mercoledì arriva il Novara, altra grande delusa del torneo che, a differenza dei tigrotti si è mosso sul mercato di Gennaio rilanciando le sua ambizioni.

Un'occasione per dimostrare di essere ancora vivi

Flavio Vergani



Il Presidente Giovanni Pellegatta, i consiglieri e i soci del Pro Patria Club sono vicini a Simone Lamperti, Presidente del club "Il Tigrotto", per la perdita del papà.
Abbracciamo forte Simone in questo momento triste e porgiamo le più sentite condoglianze.
Il funerale verrà celebrato Lunedi, alle 14, nella chiesa di San Edoardo a Busto Arsizio.
Direttivo Pro Patria Club



Chi se non lui? Il Tigrotto del mese è Alessandro Piu, l'attaccante della Pro Patria che, dopo un inizio di campionato difficile, ha dimostrato quello che tutti da sempre sanno, ossia che è il numero uno dell'attacco biancoblu.
La maggioranza dei tifosi lo ha votato come tigrotto del mese di Febbraio e il riconoscimento è del tutto meritato, persino scontato.
Quando c'è lui in campo è tutta un'altra Pro Patria e lo si è visto con la Pro Sesto, ma non solo.
Il suo ingresso ha cambiato l'inerzia della partita.
Piu è la punta che tutti vorrebbero, lui ha fisico, tecnica e fiuto per il goal e lo ha dimostrato lo scorso anno incantandoci con le sue giocate da bomber vero.
Un giocatore che solo la sfortuna ha dirottato in serie C dopo i suoi trascorsi in serie A culminati con la convocazione in tutte le nazionali giovanili dell'Italia.
Un patrimonio della Pro Patria al quale è impossibile rinunciare, sempre e comunque.
Il nostro personalissimo hastag è da sempre lo stesso: #alessandropiudevegiocaresempre.
Grande Alessandro, complimenti per il meritato premio e avanti così.
Flavio Vergani

 Mortificante risultato bugiardo nei numeri e condizionato da un comportamento e decisioni del direttore di gara censurabili sotto l'aspetto tecnico e palesemente sbilanciate con privilegio valutativo nei confronti della squadra avversaria ovvero senza giusta equità nell'esame delle situazioni di gioco.

Sembra quasi una dimostrazione, consolidata da fatti vissuti, certificata dall'ultima esibizione dell'arbitro in questione, della insufficiente qualità e competenza professionale dei direttori di gara in genere, in alcuni casi anche condannabile in termini di atteggiamento in campo, ancor più non supportata fattivamente dai collaboratori, quarto uomo "inutile" compreso.

La letteratura sportiva recita che il migliore arbitro é quello che non risulta avere alcuna valenza di importanza sul risultato finale ossia che si presenta in versione "invisibile" e si limita a prendere atto di quanto avviene durante l'incontro, sanzionando quanto necessario, ma mai assurgendo a protagonista e quindi, di conseguenza, ad essere inevitabilmente oggetto di contestazione ed in molti casi anche di apprezzamenti non certo eleganti da parte degli astanti e offrendo il fianco a critiche, spesso pungenti, puntualizzate anche da esponenti della carta stampata.

Sembra nel nostro caso che il palcoscenico dello Speroni sia diventato lo scenario ideale per le sperimentazioni delle capacità di arbitri sottoposti ad esami per stabilire il grado di preparazione degli stessi al fine di determinare  una graduatoria di merito in ottica futura. 

Con le dovute misure ma con la determinazione necessaria in tali occasioni auspico un intervento da parte dei responsabili della società nelle sedi opportune non certo per richiedere atteggiamenti di favore da parte dei direttori di gara ma solamente per riservarci giudizi equanimi nella analisi delle situazioni di gioco senza storture interpretative.

Al di là dei meriti indiscussi anche degli avversari, mai come in questa occasione, gli episodi tutti a sfavore (rete imparabile "tiro della domenica" in neonata frazione del primo tempo e rigore fantasioso in chiusura) sono stati pesantemente influenti su un risultato che, ad occhi non presenti sulle tribune, é risuonato umiliante per i nostri colori e senza possibilità di costituire argomento per eventuali giustificazioni.

Ovviamente siamo anche abbastanza preoccupati per l'andamento in termini di risultati delle ultime tre giornate dopo avere respirato un'aria insolita, quasi rarefatta, per la quale abbiamo avuto necessità di bombole che ci hanno fornito però ossigeno insufficiente per garantirci una respirazione ottimale per lungo tempo.

Gli errori nelle azioni umane fanno parte dei momenti di vita e quindi anche in questo incontro il nostro mister, a mio avviso, non é risultato esente da difetti, schierando una formazione, come talvolta sorprendente, ma rivelatasi già concettualmente assolutamente inadatta per le caratteristiche di alcuni nostri interpreti (nello specifico il reparto di attacco) destinati a non avere alcuna possibilità di offesa nei confronti di una difesa avversaria particolarmente strutturata dal punto di vista fisico.

Il campo ha dimostrato il fondamento di questo concetto per tutta la prima frazione di gioco ed ha costretto il nostro mister a sostanziali variazioni, rivoluzionando totalmente il reparto e rinnegando al fine la soluzione di partenza rivelatasi non produttiva e senza armi adatte per creare problemi agli avversari.

Onore certamente al senso di autocritica del nostro allenatore ma tale decisione di partenza ha praticamente regalato alla squadra di Sesto la prima frazione di gioco, consegnandoci letteralmente senza possibilità di reazioni alla concretezza degli avversari, che senza particolari caratteristiche estetiche, hanno potuto sfruttare la nostra latitanza nel peso offensivo per organizzare un centrocampo con la dovuta densità e predisporre la possibilità talvolta di duelli individuali senza raddoppi di marcatura.

Alla luce di quanto esposto in precedenza, nelle prossime occasioni sarà molto importante dedicare particolare attenzione alla costruzione della squadra da proporre in fase iniziale e mettere nel carniere altri punti preziosi, a questo punto del cammino indispensabili per navigare senza particolari ansie e indugi verso il mare della tranquillità, possibilmente nel golfo dei play-off, perché il nostro cammino, avuto fino ad oggi, si merita tale posizione.

Sarà sicuramente determinante l'esito della contesa che ci opporrà alla Triestina, alla disperata ricerca di punti onde evitare una caduta in una categoria che ben conosciamo e dalla quale é molto difficile emergere, con la quale sarà indispensabile ricercare il risultato pieno, dimenticando per 90 minuti lo storico gemellaggio che unisce le tifoserie.

Anche il previsto rientro di alcuni preziosi elementi nell'organico a disposizione, ai quali non possiamo rinunciare senza subire squilibri dannosi in talune circostanze, conforta maggiormente le nostre aspettative per quanto avverrà nel teatro del Nereo Rocco, ambiente forse troppo prestigioso e degno forse di spettacoli più di rango e con una cornice di pubblico dal quale, malgrado la posizione in classifica, avremmo molto da imparare in termini di partecipazione e coinvolgimento emotivo.

Quindi ritorniamo, al di là di statistiche e proverbi, ad assaporare il respiro della vittoria, trovando una nuova identità nell'arcobaleno di gesti irrazionali nel concetto, impensabili nella esecuzione ma meravigliosi nel risultato.

Sempre con voi ragazzi....come da fede biancoblù!!

Sandro Lupidi


Dei molti episodi dubbi accaduti durante la partita Pro Patria-Pro Sesto, uno è apparso a tutti, proprio tutti, una svista arbitrale clamorosa. Il portiere della Pro Sesto salta, Chakir non sembra nemmeno sfiorarlo, perde il pallone e l'arbitro inspiegabilmente fischia il fallo a favore degli ospiti. Un errore clamoroso dell'arbitro che sembrava avesse preso di mira i tigrotti, tanto da irriderli con decisioni assurde.
Il filmato, visto e rivisto, confermava questa tesi sul fatto specifico. Poi, l'occhio del fotografo in campo propone una immagine ad alta risoluzione, in piena luce e presa dal campo e la prospettiva cambia in tutti i sensi. Chakir colpisce in faccia Del Frate, come peraltro affermato a fine gara dal portiere (conta su mia da bàl la risposta istintiva), ma in realtà tutti i torti non li aveva. Per onestà intellettuale è giusto condividere questa foto che sull'episodio scagiona il signor Kumara di Verona.
Per quanto riguarda invece le recriminazione dei sestesi sull'episodio del primo rigore e la mancata espulsione, questo umile cronista di provincia ( o nemmeno quello), ha approfondito il tema con un esperto del settore che ha fatto sapere che la mancata espulsione è stata una decisione corretta. Il calcio di rigore assegnato in caso di chiara occasione da rete fa un automatico downgrade di un livello della sanzione massima applicabile. Per cui, da espulsione si passa a cartellino giallo. La regola vale se l'intervento falloso del difensore avviene con possibilità di colpire la palla, come avvenuto nel caso specifico. Per cui, rigore e ammonizione e non rigore ed espulsione come richiesto dalla panchina ospite.
In alto le mani lo dicono i ladri alle vittime. in alto le mani Chakir sul Del Frate, in altro le mani anche per noi per aver dato per scontato quello che non era .
Flavio Vergani

 


La gara tra la Juventus Next Generation e la Pro Patria, prevista per il 19 Marzo, si giocherà alle 12,30.

Rimane la curiosità di vedere quanti spettatori saranno presenti all'evento, anche tenendo conto dell'afflusso di tifosi che normalmente seguono i bianconeri in orario tradizionale o vicino al tradizionale.

Giocare all'ora di pranzo della domenica per scimmiottare la serie A è semplicemente ridicolo, non rispettoso dei tifosi e della società. O forse, di queste ultime no, visto che sono tutte allineate e non parla nessuno. Evidentemente, i  pochi soldi persi per i tifosi in meno allo stadio, saranno compensati in altro modo, diversamente non si spiegherebbe l'accettazione di una soluzione semplicemente ridicola per il calcio di serie C.

Flavio Vergani

 


La partita di ieri con la capolista Pro Sesto, ormai diventata Pro Prima, ha lasciato una lunga coda di polemiche e ricriminazioni.

Si ricrima sulla formazione iniziale schierata da Mister Vargas, giudicata troppo timida in fase di attacco, si polemizza sui torti arbitrali subiti dalla Pro Patria.

LADRI A CHI? Ieri sera, da Sesto San Giovanni, è arrivata la replica per contestare il grido di "ladri...ladri..."che ha accompagnato l'uscita dei calciatori ospiti dallo Speroni. Difesa d'ufficio che poggia il basamento principale sulla mancata espulsione di Saporetti, che ha commesso il fallo da rigore. Da Sesto fanno sapere che se è rigore, allora è anche espulsione con spostamento del baricentro della partita in ben altra direzione. Si aggiunge: in dieci contro undici, difficile che la Pro Patria si sarebbe potuta permettere di inserire tre punte dopo la fine del primo. Che poi l'arbitro possa avere sbagliato altre decisioni a sfavore dei tigrotti, questo è del tutto un fatto concreto, ma serve riferirsi anche al primo grande errore subito dalla Pro Sesto che avrebbe cambiato la partita a favore della capolista. Due a zero e dieci contro undici, molto meglio che due a zero e undici contro undici. CLICCA QUI E DECIDI SE ERA ESPULSIONE

Insomma, si rimanda al mittente l'appellativo di ladri e si conferma l'assoluta giornata nera dell'arbitro di giornata. Arbitro a parte, c'è altro da analizzare? Si, c'è molto, vediamo qualche key point.

NICCO INDICA LA STRADA PER NON ANDARE A PICCO: "Eravamo sempre in ritardo sulle seconde palle, abbiamo dobbiamo approcciare meglio le partite, possiamo dare di più, io per primo". Titolo del paragrafo esagerato solo per trovare una rima, ma rimane una sintesi perfetta del centrocampista biancoblu che evita di utilizzare l'alibi della direzione dell'arbitro per suonare la sveglia in casa tigrotti. L'equazione delle tre ultime partite restituisce un meno nove punti per le tre sconfitte che devono far tornare l'antica carica in campo ai tigrotti. Evidentemente, l'esperienza di Nicco gli consente di essere sensibile e attento ai bioritmi della squadra e ha voluto concentrare la sconfitta sugli errori della squadra piuttosto che su quelli dell'arbitro. Una analisi del tutto condivisibile, viste anche le sconfitte precedenti.

RIPARTITE E RIPARTENZE: La ri-partita, ossia la rivincita della partita di Sesto sembra sia stata approcciata da Mister Vargas con l'intento di evitare le ripartenze della Pro Sesto, fatali nella gara di andata. Da qui la logica conseguenza di una formazione senza punte di peso e con una strategia di gioco apparsa fin da subito rinunciataria. Io sto qui, ti aspetto, non offro il fianco alle ripartenze e vediamo chi si stanca per primo. L'andamento della gara ha fatto franare fin da subito la strategia iniziale costringendo a tre cambi obbligati a fine primo tempo con l'ingresso di tre attaccanti che hanno inciso positivamente sulla performance tigrotta, anche se troppo tardi. Vista la condizione di classifica, forse un po' più di coraggio e spregiudicatezza avrebbe fatto bene.

NON STO FUORI PIU: La squadra, mai come ieri, ha bisogno di Piu, unica punta dello scacchiere biancoblu in grado di dare fisicità, essere punto di riferimento, garantendo anche goal. Lo scorso anno tutti hanno potuto apprezzare la performance di questo attaccante che sa cantare e portare la croce. Si fatica a comprendere le frequenti rinunce al suo contributo, anche tenendo conto del fatto che spesso si invoca la mancanza di Parker, ma se poi hai Piu e il sostituto di Parker, che si chiama Chakir e nemmeno loro giocano, diventa difficoltoso comprendere quanto sia incidente l'assenza di Parker.

RIMANDATI PER TROPPE ASSENZE: C'è assenza e assenza in ambito di conteggio che fa sempre otto perchè tre sono fisse. Le assenze di Parker e Rossi sono state compensate in sede di mercato con gli arrivi di Gavioli e Chakir, entrambi disponibili, ma non messi in formazione. Vezzoni, Ghioldi e Brignoli da sempre hanno denunciato fragilità fisica che spesso non gli ha permesso di esprimere in pieno la loro potenzialità. La loro riconferma basata sulle assolute qualità comprendeva nel contratto questi rischi di assenze a singhiozzo che di fatto si sono confermate. A loro si sommano le ricadute di Lombardoni che con Bertoni, costituiscono le vere assenze della Pro Patria di ieri. Un quadro che deve essere specificato con le opportune differenziazioni per evitare frettolose e ingiuste analisi posticce e dannose verso i professionisti che curano la preparazione fisica dei tigrotti.

MULTE IN ARRIVO?: Qualche tifoso ieri sera ha scritto che l'arbitro andrebbe denunciato per istigazione a delinquere. Una affermazione che potrebbe essere anche concreta ma che non sarà presentabile in sede di difesa nel caso arrivasse sul tavolo del Giudice sportivo quanto accaduto allo "Speroni". Panchina ospite spesso bersaglio di accesi dibattiti cin interlocutori alla ramata, il Dottor Pane, responsabile stewards, che ha dovuto sguinzagliare i suoi uomini sulle tribune per calmare gli animi, cori verso la terna arbitrale ripetuti e certamente non amichevoli, saranno oggetto del probabile super rapporto che verrà depositato nei piani alti con possibili conseguenze sulla società. Ecco spiegata l'utilità di un dossier da presentare in tali sedi con la collection dei rigori contro la Pro Patria (CLICCA QUI E DECIDI SE ERA RIGORE), ma anche di quello dati e poi precipitosamente tolti, delle espulsioni subite, come quella di Saporetti colo Padova o del fallo sul portiere di ieri completamente inventato dall'arbitro (CLICCA E QUI E DIMMI SE E' FALLO SUL PORTIERE). La Pro Patria e i suoi tifosi meritano le multe quando le meritano, rispetto sempre e comunque.

GUARDARE AVANTI: Messi da parte i sogni di gloria, occorre tornare alla realtà. Il titolo del Tigrottino, organo ufficiale del Pro Patria Club, citava "Riportiamoli sulla terra", una speranza di far precipitare dall'orbita i sestesi. Titolo quanto mai utile anche per la Pro Patria che deve tornare sulla terra con la testa e con il corpo, ritrovando antiche certezze. Solo nel dizionario successo viene prima di sudore. Ripartire da qui diventa un obbligo.

Flavio Vergani